L’Aquila. Il WWF rilancia #soslupo: la campagna di raccolta fondi per salvarlo è attiva fino al 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversitàwwf.it/soslupo
E’ ufficiale: la popolazione italiana di lupo è una sottospecie unica al mondo, Canis lupus italicus, come aveva già proposto il grande naturalista italiano Altobello nel 1921. Nel nuovo studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivistaPLOS ONE gli scienziati, un team di ricercatori afferenti a nove paesi europei, hanno cercato di risalire alle origini dell’unicità del lupo italiano, scoprendo qualcosa di inatteso.
“Abbiamo studiato la variabilità genetica di centinaia di lupi provenienti da 5 diverse popolazioni europee e quello che è emerso è chiaro: il lupo italiano è nettamente distinto da tutti gli altri lupi d’Europa e del mondo, sia a livello di cromosomi autosomici [la maggior parte del DNA di un individuo, ndr] che a livello mitocondriale [DNA ereditato per via materna, ndr]”, spiega Romolo Caniglia, genetista e coordinatore dello studio. Ma quello che stupisce è quanto sia antica tale peculiarità: “Utilizzando metodi che consentono di datare quando è avvenuta la separazione del lupo italiano dalle altre popolazioni europee, ci ha sorpreso scoprire che questa unicità non risale ai secoli scorsi, quando il lupo è stato sterminato per mano dell’uomo da tutta l’Europa centrale. I risultati ci indicano invece che Canis lupus italicus ha iniziato a distinguersi già dal termine dell’ultima glaciazione, quando le popolazioni di lupo allora esistenti in Europa erano state spinte verso sud dai ghiacci, mentre nuovi lupi provenienti dall’Asia iniziavano a giungere da est”. Una diversità con radici antiche, quindi, che sottolinea ancora una volta come il lupo nostrano sia un vero e proprio ‘prodotto made in Italy’, e come tale andrebbe tutelato.