L’Aquila. La Santa Croce Spa ha dato mandato ai legali di inviare un “severo sollecito” alla Regione Abruzzo in merito all’esito del bando di gara, pubblicato nel maggio scorso, per la concessione relativa all’imbottigliamento delle acque minerali delle sorgenti Valle Reale di Popoli (Pescara) e San Benedetto in Perillis (L’Aquila). A renderlo noto la stessa società dell’imprenditore Camillo Colella, titolare del marchio di acqua minerale, che ha partecipato al bando. L’attuale concessionario, la Gran Guizza del gruppo San Benedetto, anche’esso coinvolto nella gara, negli ultimi 2 anni ha gestito l’attività dal 2015 a seguito di proroghe, con l’ultima concessa che scade senza possibilità di ulteriori rinnovi il 4 febbraio prossimo. L’intervento di Colella nasce anche dalla “scadenza irrevocabile”. “Negli ultimi mesi abbiamo avuto solo annunci sull’imminente conclusione di lavori della commissione di gara da parte del dirigente del servizio attività estrattive della Regione Iris Flacco – commenta Colella – A oggi, a pochi giorni dal termine della proroga della concessione, ancora non si conosce l’esito della gara”. Il valore della concessione Valle Reale, dove lavorano circa 130 persone, è di 8 milioni 976 mila euro, e consentirà di poter imbottigliare acqua minerale da tre sorgenti, con il limite di captazione di 40 litri al secondo, per la durata massima di 30 anni. Tra le clausole premiali la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Colella chiarisce che “partecipare alla gara, al quale la mia società ha preso parte con grande determinazione è molto impegnativo, dal punto di vista economico e imprenditoriale. Non possiamo sottostare alle lungaggini della burocrazia – evidenzia – quindi chiediamo che la stazione appaltante sblocchi la vicenda. Abbiamo bisogno di poter programmare e pianificare”. La Santa Croce era concessionaria della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila), dov’è stata negata la proroga in attesa del nuovo bando, un elemento che fa parte del copioso contenzioso con la Regione. “È chiaro che siamo di fronte a due pesi e due misure, ma le responsabilità le verificherà la magistratura”, spiega Colella. “Ora vogliamo chiarezza sul bando Guizza. Naturalmente, un’altra proroga ci indurrebbe a presentare un’altra denuncia e un’altra richiesta di risarcimento danni contro l’ente regionale, che a noi ha negato la proroga – conclude – mentre oggi è colpevole di non decidere sulla Guizza e dell’impasse nel bando a Canistro, dove l’affidamento provvisorio alla Norda risale al marzo scorso e dove l’acqua da oltre un anno finisce nel fiume”.