Rocca di Mezzo. È una situazione drammatica quella che si presenta ormai a metà dicembre, per gli esercenti dell’Altopiano delle Rocche.
Alberghi, b&b e ristoranti vuoti. Chiusi durante la settimana, aperti, quando va tutto bene, venerdì sera, sabato e domenica a pranzo.
Alla crisi legata alla pandemia, che ha visto chiusure necessarie al contenimento della diffusione del covid 19, si è aggiunta quella suggellata dall’incremento di luce e gas. Bollette che nel giro di un anno si sono duplicate, se non triplicate.
Ma non solo energia e un passato alle spalle segnato dal lockdown, gli “esercenti della neve”, quelli che si ritrovano sulle montagne a fare i conti con un turismo “ad elastico”, che copre solo brevissimi periodi dell’anno, devono fare i conti anche con il costo del personale.
E allora che fare? La maggior parte delle volte la scelta rimane una, obbligata: si chiude. La storia “sì ma comunque è necessario continuare a dare un servizio” a quanto pare non interessa a nessuno. E quindi i proprietari o i gestori dei locali scelgono di stare aperti solo per qualche turno a cavallo del weekend. E comunque non è nemmeno detto che poi alla fine arrivi un guadagno per cui valga la pena rimanere aperti.
Quest’anno a mettere letteralmente in ginocchio le attività ricettive e commerciali delle montagne, in questo caso parliamo nello specifico dell’Altopiano delle Rocche, sono arrivati inesorabili i cambiamenti climatici.
Il reportage realizzato con delle foto scattate ai Piani di Pezza, la località che gravita nel territorio del Comune di Rocca di Mezzo, nota per lo sci da fondo e anche come punto di partenza per alcune delle escursioni più belle e suggestive d’Abruzzo, preoccupano.
Il 29 novembre la neve c’era. In mattinata già qualche appassionato aveva lasciato tracce di una sciata. A ora di pranzo era impossibile però mangiare un panino o anche prendere un caffè. A Rocca di Mezzo tutto chiuso.
Con l’ingresso di dicembre la situazione è poi precipitata. Perché sono arrivati sole, vento e una pioggia battente che non solo hanno fatto dire a tutti addio alla neve ma che hanno completamente svuotato l’Altopiano dai turisti.
A questo punto una domanda viene davvero spontanea: alla luce dei cambiamenti climatici, a cui, ahimè poco interessa dell’orgoglio della politica regionale che continua a esultare per essere finita tra le destinazioni preferite per le settimane bianche, non sarebbe ora che le istituzioni iniziassero a fare i conti con la realtà?
Non sarebbe ora che gli amministratori di tutti i livelli, dai Comuni, alla Provincia dell’Aquila, alla Regione, ai Parchi, capiscano che il turismo dell’Altopiano delle Rocche non potrà più fare affidamento sulla bianca neve che sarà sempre di meno?
O davvero l’assessore regionale Daniele D’Amario che si compiace sotto al video promozionale del turismo abruzzese dove si vedono sciatori divertirsi scendere da bellissime montagne innevate, non si è accorto che in Abruzzo la neve non c’è, che gli impianti sono chiusi e che gli esercenti sono in ginocchio?
E che non si dica che la neve arriverà e che i turisti arriveranno, perché anche dovesse essere così, in due mesi, nessuno crede che si recupereranno queste settimane di zero fatturato.
D’altronde basterebbe chiederlo ai ristoratori, agli albergatori e a tutti gli esercenti dell’Altopiano delle Rocche.
LE IMMAGINI DELLE ULTIME SETTIMANE SUI PIANI DI PEZZA – ROCCA DI MEZZO – AQ