L’Aquila. Il consigliere Paolo Romano, L’Aquila Nuova:
“C’è la chiara volontà politica di evitare l’approvazione sia del regolamento sul controllo analogo delle società partecipate che dell’atto d’indirizzo da fornire alle stesse. La delibera di Giunta che li dovrebbe disciplinare è di aprile 2024, ma a febbraio 2025 ancora non è stata inserita nei documenti da approvare in Consiglio comunale. Si pensi che parliamo della vita di quasi 400 lavoratori nonché dei servizi da erogare al capoluogo di regione.
Avere una città priva degli atti d’indirizzo alle società partecipate danneggia infatti gravemente la qualità dei servizi pubblici, come la raccolta dell’immondizia, la pulizia strade, il decoro urbano, i servizi della montagna, i servizi del diritto allo studio, l’adeguamento del contratto delle maestre, il trasporto scolastico e il pre-scuola; ma questo ritardo sta creando problematiche soprattutto sulla redazione dei piani industriali propedeutici all’approvazione dei nuovi contratti di servizio, senza i quali non è possibile aumentare le risorse da trasferire alle società partecipate, migliorarne i servizi contestualizzandoli alle esigenze dei cittadini e in alcuni casi a implementarli per aumentarne la cassa di risonanza: basta guardare all’ASM, la cui situazione debitoria sta minando fortemente la credibilità dell’azienda: un nuovo piano industriale e un nuovo contratto di servizio consentirebbero di aumentare i trasferimenti secondo nuovi parametri, a partire da quelli generati dalla rivalutazione Istat.
Va ricordato che al 31 dicembre dello scorso anno Asm ha chiuso l’esercizio con un passivo 6,8 milioni di euro verso i fornitori a fronte di soli 571mila euro disponibili sul conto bancario,
ma il medesimo contratto di servizio è stato prolungato anche per l’annualità in corso; ancora non vi è traccia dei 600mila euro promessi dal Comune per l’acquisto di nuovi mezzi e macchinari ed è bloccato dal 2021 il concorso per l’assunzione di nuovo personale, con conseguente ricorso a lavoratori interinali impiegati in mansioni ordinarie, nonostante la Corte dei Conti abbia precisato che il loro utilizzo sia possibile solo in condizioni di straordinarietà e contingenza. Perché si vuole continuare con questa bulimia di assunzioni nella più totale precarietà di certezze lavorative?”