Calascio. Pubblico attento, motivato e, quantitativamente, sempre in crescendo, l’apertura, di fatto, della futura sede della Società Cooperativa Vivi Calascio e un buon riscontro sui media con un importante passaggio sulla rete di Rai Isoradio, che vanta diffusione anche internazionale, sono i risultati conseguiti dalla prima edizione di Ovis (acronimo di Opportunità – visione – innovazione- sostenibilità), il festival sulla pastorizia organizzato dalla Cooperativa di Comunità Vivi Calascio con il patrocinio di Slow Food Abruzzo e della Rete Appia e reso possibile grazie ad un finanziamento ottenuto nell’ambito del progetto PNRR “Rocca Calascio – Luce d’Abruzzo”*.
La manifestazione di tre giorni si è tenuta a Calascio venerdì, sabato e domenica scorsi. <Per noi – afferma Franco Cagnoli, presidente della Società Cooperativa di Comunità Vivi Calascio – era un banco di prova poiché Ovis inaugurava una serie di eventi che ci impegneranno e si svolgeranno nei prossimi tre anni e ha raggiunto gli obiettivi prefissati. In particolare, mi piace sottolineare che al centro di tutto è stato il pastore e le attività connesse al settore ovino. Si è visto il costante e crescente interesse delle persone, venute appositamente e non semplici turisti di passaggio, nei dibattiti sulla pastorizia e sul suo futuro, laboratori sulla filiera delle pecore e il vero successo sono state la visita guidata in azienda zootecnica e quella nei pascoli alti, contribuendo così a realizzare uno degli obiettivi previsti dal bando Borghi: la rigenerazione sociale. Grazie, poi, ai laboratori di tessitura della lana e tintura condotti da Valeria Befani, del tombolo aquilano di Cristina Bravi e la dimostrazione dell’arte di fare il formaggio a cura di Vittoria dell’azienda zootecnica Domenico Ciccone, l’ultimo e ottantenne pastore di Calascio, abbiamo testato il nuovo spazio preso in affitto dalla Cooperativa per i prossimi anni e che diventerà la futura sede. Locali ampi e funzionali in una zona amena del paese che è l’unica da cui si può ammirare la Rocca e il centro storico che deve le sue fortune artistiche proprio all’attività della pastorizia e dei suoi commerci intrapresi dagli antenati>.
E, come è emerso nelle tre tavole rotonde proposte, la pastorizia va intesa come strumento di rivitalizzazione delle aree interne e uno strumento di conservazione del territorio, tematica, questa, più che attuale visto che l’Onu ha dichiarato il 2026 Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori al fine, non ultimo, della creazione di un ambiente sostenibile, non dimenticando la Transumanza, dal 2019 patrimonio immateriale dell’umanità Unesco e in passato svolta anche dai proprietari di gregge di Calascio