L’Aquila. Medici, infermieri, personale tecnico-amministrativo a servizio delle strutture sanitarie e pazienti si sono ritrovati questa mattina dinanzi alla sede della Direzione generale della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila in via Saragat, nel capoluogo.
A un mese dalla dichiarazione dello Stato di agitazione per la problematica della sostituzione dei pensionati dei Nuclei di cure primarie non c’è ancora nessuna indicazione sul futuro di queste strutture che da 15 anni svolgono un presidio sanitario territoriale essenziale.
Si tratta di strutture di base, quattro nel capoluogo, che riuniscono medici di famiglia con ambulatori
aperti dalle 8 alle 20, e dove si può usufruire anche di personale infermieristico e di segreteria. “I dirigenti Asl –
ha detto al microfono Francesco Marelli, segretario provinciale Cgil – sembrano più rispondere a logiche di
mercato che alle esigenze degli utenti”.
Il segretario provinciale Smi, Guido Iapadre, ha invece ricordato le circa 7mila firme raccolte dalla petizione in difesa dei nuclei di cure primarie, la cui soppressione metterebbe a rischio ben 20 posti di lavoro. “Queste strutture – ha detto – sono state immediatamente ripristinate dopo il terremoto, grazie al riconoscimento della loro funzione sul territorio”.
Il segretario provinciale Fimmg, Vito Albano, ha giudicato “assurda la scelta di fare a meno di questi presìdi, in un momento in cui va verso la realizzazione di Case di comunità”. Infine, il segretario provinciale Snami, Raffaele Giorgi, nel ribadire che i nuclei di cure primarie servono la quasi totalità dei residenti, ha anche ribadito la proposta di “affidare a questi centri la gestione dei codici bianchi del pronto soccorso”. Presenti anche il consigliere regionale, Pierpaolo Pietrucci, oltre a vari esponenti del consiglio comunale. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta nella Direzione.