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Sistema sanitario provinciale, le prospettive dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio

Angela Guarnieri di Angela Guarnieri
1 Ottobre 2024
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L’Aquila. La Cgil dell’Aquila: “Un viaggio attraverso la Sanità che siamo, per costruire la Sanità che vogliamo.
Attualmente l’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, composto da giardini di notevole
estensione e vari edifici di proprietà della ASL1, versa in stato di quasi totale abbandono,
fatta eccezione per alcuni servizi di riabilitazione (anche per l’autismo), prevenzione,
veterinaria, servizi sociali e SERD, che costituiscono l’unico presidio pubblico all’interno
di un’area tanto vasta. Invero, la ASL1, dopo avervi collocato alcuni container
all’indomani del sisma del 2009, ha poi spostato, già dal 2011, tutti i suoi uffici
amministrativi, prima in Via Saragat, poi in Via Avezzano, dove si trovano in affitto
tuttora, o meglio, dove la ASL1 paga tuttora l’affitto, con denaro pubblico. Eppure,
l’Amministrazione Comunale, dopo il sisma del 2009, aveva inserito l’area in argomento
nel Piano Strategico del 2012, indicando come destinazione d’uso degli immobili ivi
costruiti quella relativa “alle attività culturali e di ricerca, servizi e verde pubblico in
continuità funzionale con l’area verde del Parco del Sole per la realizzazione del grande
parco pubblico nella zona Est della città. L’intervento richiede necessariamente la
collaborazione degli attori istituzionali interessati, tra i quali Asl, Regione, Comune,
Sovrintendenza”, da realizzare attraverso procedure pubbliche di partenariato pubblico
privato, senza, però, mai realizzare nulla in tal senso. Nulla è mai stato portato a
compimento nemmeno successivamente, quando la ASL1 aveva deciso di concedere in
permuta e/o alienazione, a vantaggio dell’Amministrazione Comunale, gli edifici di cui
trattasi per realizzare il Parco della Luna, o, ancora, più di recente, quando la medesima
Amministrazione Comunale aveva, poi, stabilito di riservare parti dell’ex ospedale
ospedale psichiatrico di Collemaggio ad alcuni istituti scolastici, con eventuali
implicazioni sul consumo ulteriore di suolo.

Ebbene, a questo punto, è lecito chiedersi perché, dal sisma del 2009, un complesso
come quello che ci occupa, necessario alla riqualificazione del patrimonio esistente nel
centro della città dell’Aquila, a beneficio della stessa ASL1 (che, come anticipato, pur
essendo proprietaria di detti immobili, paga l’affitto per ospitare, come accennato, i
propri uffici amministrativi prima a Pile e, poi, in Via Avezzano), dell’Amministrazione
Comunale e Regionale e, ancor più importante, della intera collettività, sia stato
abbandonato, con ricadute sull’ordine e sulla sicurezza pubblici (sono, infatti,
tristemente noti i recenti episodi di violenza verificatisi proprio nella prossimità
dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, così come riportato dalla cronaca
locale).

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E ciò, senza contare che l’ex complesso psichiatrico di Collemaggio costituirebbe il luogo
ideale per realizzare anche la cd. Sanità di prossimità. Invero, la recente pandemia di
Covid-19, ha fatto emergere, da un lato, tutte le criticità e le debolezze strutturali del
nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), incentrato prevalentemente sulla struttura
ospedaliera, e, dall’altro, la rilevanza del sistema di cure primarie e dei servizi territoriali
e delle relative funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione, per non sovraccaricare il
sistema ospedaliero e di emergenza-urgenza. Pertanto, è parso necessario riorganizzare
il sistema delle cure primarie e dei servizi territoriali proprio a discapito della
tradizionale centralità dell’ospedale. In altre parole, ad oggi, si ritiene di dover portare le

cure presso il paziente, anziché viceversa, potenziando, per l’appunto, le strutture e i
servizi sanitari di prossimità e riducendo, anche considerevolmente, gli accessi e le
permanenze in ospedale. Parimenti, è, poi, lecito chiedersi, visto lo stato di abbandono
del complesso ex OPG di Collemaggio in argomento, quale possa essere, a questo punto,
la destinazione d’uso degli immobili di proprietà della ASL1 e, soprattutto, quale sia la
prospettiva per il futuro. Ciò, anche alla luce delle più recenti novità introdotte dal Piano
di Razionalizzazione elaborato dalla ASL1; ed infatti, se da una parte la ASL1 intende
contenere i costi, con il taglio dei posti di lavoro e, quindi, a mezzo della compressione
del servizio pubblico per l’utenza, proprio con il Piano di Razionalizzazione, dall’altra,
pur essendo proprietaria di un’area nel centro città, paga regolarmente canoni di
locazione per ospitare i propri uffici amministrativi.
Tale incongruenza, unita allo stato di abbandono in cui l’ex complesso psichiatrico versa,
con il rischio di compromettere l’ordine e la sicurezza pubblici, legittimano a rivendicare,
nell’amministrazione della cosa pubblica, trasparenza, partecipazione e, soprattutto, una
programmazione condivisa per il futuro.

Tanto più che nel Piano di Razionalizzazione attuale la ASL1 ha in programma “la messa
a reddito o la dismissione del patrimonio immobiliare non funzionalizzato o
funzionalizzabile ad attività sanitaria”, qual è proprio l’ex ospedale psichiatrico di
Collemaggio che, quindi, unicamente per scelta della ASL1 stessa, rischia di essere
dismesso, come da richiamato Piano di Razionalizzazione, anziché essere utilizzato, per
esempio, come luogo dove allocare la Casa di Comunità (ad oggi, inserita all’interno del
nosocomio San Salvatore, in barba alla cd. Sanità di prossimità). E ciò, nonostante l’ex
ospedale psichiatrico di Collemaggio non sia solo uno spazio costituito da edifici e
giardini, ma anche una parte del centro storico dell’Aquila, che, in quanto tale, dovrebbe
essere riportato a nuova vita e messo a disposizione della cittadinanza tutta, con una
soluzione che sia massimamente partecipata e condivisa dai cittadini e dalle cittadine
dell’Aquila.

In forza di quanto finora riportato, il 02 ottobre p.v., la scrivente O.S. intende mettere in
campo un’iniziativa volta ad attivare i luoghi istituzionali idonei alla concreta
realizzazione di un’amministrazione della cosa pubblica trasparente, partecipata e
finalizzata sistematicamente alla salvaguardia, da un lato, dell’occupazione e del salario,
e, dall’altro, alla tutela della corretta, efficace e funzionale fruizione dei servizi pubblici
destinati all’utenza, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse a disposizione, compresa
l’area di Collemaggio che merita l’attivazione immediata di un dibattito pubblico
partecipato.”

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