L’Aquila. Sette anni dopo la scossa distruttiva del 6 aprile 2009, gli sfollati del terremoto dell’ Aquila sono scesi sotto quota 9 mila da quasi 70 mila iniziali. In centro storico hanno riaperto circa 90 attività commerciali, tra cui 2 bed&breakfast, quanto ai fondi 4,4 miliardi sono stati stanziati per la ricostruzione e 3 miliardi mancano all’appello per concluderla. Queste le principali cifre, ritenute “confortanti” dalla governance anche se manca all’appello la velocità nel presentare e integrare progetti, a fronte di una presenza di fondi anche liquidi ora divenuta costante. Per quanto concerne i dati analitici, all’ultimo censimento di aprile sono 4,4 miliardi di euro i contributi emessi in totale per la ricostruzione privata. Le ditte impegnate, sono 223 complessivamente, ripartite in 141 in centro, 61 al di fuori e 73 nelle frazioni. Alcune ditte sono impegnate su più cantieri. Dall’agosto 2013 a marzo di quest’anno sono stati eliminati 320 edifici con 820 mila metri cubi di macerie prodotte. Di questi, 96 palazzi sono stati abbattuti in centro (204 mila metri cubi), 14 fuori dalle mura (44 mila), 111 in periferia (511 mila) e 99 nelle frazioni (59 mila). Le persone che hanno una casa inagibile e vivono attualmente negli alloggi antisismici del progetto C.a.s.e. e nei moduli abitativi provvisori (Map), sono 8.351, rispetto alla capienza massima di 16 mila raggiunta nei primi mesi dopo il sisma, che corrispondono a 3.261 nuclei familiari, per 2,56 persone in media a famiglia. Considerando tutti i 1.406 nuclei di nuovi inquilini, i contratti attivi complessivamente sono 3.702 nelle new town C.a.s.e. e 965 nei Map, più altri 85 nei Map della frazione di Onna della Croce Rossa.