L’Aquila. “Gia’ in data 12 febbraio 2013, dunque, vennero erogate le somme a titolo di risarcimento. Il 6 febbraio 2015, tuttavia – prosegue Cialente – la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo tutti gli imputati, ad eccezione di uno, Bernardo De Bernardinis, riducendone pero’ la pena a due anni di reclusione, con il beneficio della sospensione e della non menzione ed eliminando le pene accessorie dell’interdizione, in relazione al decesso di 13 persone, e assolvendolo per altri 16 decessi e 4 ferimenti. In pratica non si riconosceva piu’ il nesso tra quelle rassicurazioni e le morti. Il 24 marzo 2016 la Cassazione ha confermato la sentenza e il 30 giugno la Presidenza del Consiglio ha messo in mora i parenti delle vittime, diffidandoli a restituire quanto incassato a titolo risarcitorio a seguito della condanna di primo grado. Il 5 settembre le parti civili, tramite i propri avvocati, hanno presentato ricorso, dichiarando di trattenere le somme “a titolo di acconto sulla maggiore somma ancora dovuta” e invitando “la presidenza del Consiglio dei Ministri a voler provvedere all’integrale risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non, subiti dai nostri assistiti”. Nonostante tutto le parti civili sono state citate in giudizio, con udienza gia’ fissata per il prossimo 24 luglio.
Lo Stato chiede di “accertare, riconoscere e dichiarare quelle somme prive di giustificazione causale”. Gli avvocati dei familiari delle vittime, tuttavia, hanno dichiarato che “la sentenza di secondo grado non fa alcun riferimento alle provvisionali, immediatamente esecutive, disposte dal Giudice Marco Billi. La Corte, in altre parole, non ha annullato le provvisionali”. Gli avvocati hanno anche rilevato che “in sede civile una sentenza di assoluzione emessa per insufficienza di prove non ha alcuna efficacia”. Alla luce della tragicita’ degli accadimenti dell’aprile 2009 – conclude nella lettera il sindaco dell’Aquila indirizzata a Gentiloni – della tragicita’ e complessita’ della vicenda giudiziaria nota come Processo Grandi Rischi, per il rispetto che si deve portare alle stesse vittime, ai loro familiari ed all’intera comunita’ aquilana, le chiedo di individuare con la sensibilita’ che la contraddistingue la giusta soluzione, che preveda il ritiro della richiesta di restituzione del risarcimento”.