L’aquila. “Lo sviluppo sostenibile dei territori colpiti dai terremoti rappresenta la sfida centrale, anche e soprattutto nei processi di ricostruzione post sismica”. Lo ha detto Giovanni Legnini, Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione del sisma 2016 partecipando incontro pubblico di aggiornamento sulle attività del Centro interdisciplinare di documentazione, formazione e ricerca “Territori aperti”.
Un progetto nato da un’idea condivisa tra Comune dell’Aquila e Università dell’Aquila. Il confronto nel pomeriggio nell’Aula magna “Alessandro Clementi” del Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli Studi dell’Aquila. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi docenti ed esperti della materia oltre alla partecipazione del rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse, della Rettrice del Gssi Paola Inverardi e del vicesindaco del Comune dell’Aquila Raffaele Daniele. Tra i relatori il professor Lelio Iapadre,
prorettore delegato per lo Sviluppo sostenibile. “Il progetto Territori Aperti sta facendo nascere un centro interdisciplinare di documentazione, formazione e ricerca sui disastri naturali e antropogenici – ha detto il professor Iapadre – che valorizza le competenze e le esperienze acquisite all’Aquila e in altri territori colpiti dai terremoti degli ultimi anni”. “Territori Aperti – ha concluso Legnini – ha avviato un lavoro molto importante e con un approccio innovativo, che può essere utile anche per massimizzare i risultati degli obiettivi e dei progetti
varati e finanziati con il Piano nazionale complementare al Pnrr. L’ambizione sottesa alla ricostruzione e ai progetti del Pnc è quella di propiziare nuove occasioni di sviluppo e opportunità di neo-popolamento per territori che nell’arco di alcuni anni potranno disporre di un patrimonio edilizio più sicuro e sostenibile, di un’efficiente connessione digitale e di energia pulita e a bassi costi con l’utilizzo del 110% e la promozione di comunità energetiche. Si tratta di un processo la cui efficacia è stata di recente attestata anche dalla Banca Europea degli Investimenti, che fornisce la provvista finanziaria alla ricostruzione del Centro Italia, la quale ha calcolato che il 70% della spesa per la ricostruzione ha un impatto positivo e favorevole sull’ambiente”.



