L’Aquila. “I sindacati dell’edilizia FILLEA CGIL, FILCA CISL e FENEAL UIL della provincia dell’Aquila condannano fermamente il voto di ieri in Commissione Bilancio alla Camera che ha cancellato l’articolo del Decreto Rilancio che prevedeva la proroga dei DURC validi al 31 gennaio fino al 15 giugno” si legge nel comunicato stampa dei sindacati.
“Il DURC è il documento che attesta la regolarità contributiva e di versamenti all’INPS, all’INAIL e alle Casse Edili da parte delle imprese e rappresenta il principale strumento di contrasto alle irregolarità, al lavoro nero, alle illegalità e, aspetto non secondario, ai tentativi di insinuazione delle mafie e della criminalità nel settore delle costruzioni, con riferimento essenzialmente agli appalti pubblici. Così facendo, un’azienda, fino a fine anno, non richiederebbe nuovi DURC e potrebbe addirittura partecipare a gare pubbliche e beneficiare degli incentivi avendo lavoratori non assunti e non in regola nei cantieri. Il paradosso è che risulterebbe regolare perché ha cristallizzato la propria posizione mesi fa e non necessita di richiedere nuovi Documenti di Regolarità Contributiva. Ecco, l’ennesima disattenzione della politica sui temi del lavoro e dei lavoratori.
Invece di intraprendere un ragionamento serio per il ripristino del DURC Congruità oppure per un rafforzamento dei servizi ispettivi (argomento del tutto assente nei provvedimenti del Governo), anche gli esponenti politici locali, trattandosi di una provincia, quella di L’Aquila, in cui insiste ancora il più grande cantiere diffuso d’Italia, non mostrano quell’inversione di rotta, innanzitutto culturale, che il sindacato ancora auspica dopo il COVID. Prevale il silenzio su certi temi oppure, quando ci sono dichiarazioni pubbliche, queste sono spesso sbilanciate dalla parte delle imprese, mai dalla parte dei più deboli, ossia i lavoratori. Complimenti!
Se a ciò aggiungiamo la forte preoccupazione per alcune proposte contenute nelle bozze del Decreto Semplificazioni in discussione in queste ore, con riferimento al Codice degli Appalti, che depotenzierebbero gli strumenti di tutela, di controllo e di garanzia dei diritti del lavoro e dell’ambiente, “sburocratizzando” gli strumenti di trasparenza e di prevenzione contro le possibili penetrazioni di meccanismi corruttivi e mafiosi, avremo tanta carne al fuoco per una mobilitazione dell’intero settore in ogni territorio della nostra penisola” concludono.