Morro d’Oro. È accaduto a Morro d’Oro, nel Teramano: un uomo di 65 anni, M.Z., ha perso la vita mentre lavorava su un terreno agricolo di proprietà della moglie. Secondo le prime ricostruzioni, il mezzo agricolo avrebbe perso aderenza, finendo fuori strada e ribaltandosi più volte, fino a travolgere e schiacciare il conducente. Inutili i soccorsi del 118, giunti anche con l’elisoccorso, e l’intervento dei Vigili del Fuoco. Sull’accaduto indagano i Carabinieri della stazione di Notaresco.
Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime profondo cordoglio per l’ennesima vittima di un incidente agricolo e rilancia con forza l’allarme sulla sicurezza dei mezzi e sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria, prevista da una legge del 2015 ma mai resa operativa.
“Un trattore che si ribalta può uccidere anche nel terreno di casa” – afferma il presidente di Federacma, Andrea Borio –. “E ogni volta che succede, ci si accorge che sarebbe bastato poco: un controllo tecnico, un dispositivo di sicurezza, una norma finalmente attuata. Non possiamo continuare ad accettare questa strage silenziosa”.
Secondo i dati INAIL, sono oltre 100 le vittime ogni anno in Italia per incidenti agricoli, e il ribaltamento dei mezzi rappresenta la prima causa. Troppi trattori, soprattutto quelli più datati, circolano ancora senza rollbar, cinture di sicurezza, freni efficienti o sistemi di protezione per la guida su pendenze. E senza alcun controllo tecnico periodico.
“La revisione non è un adempimento burocratico” – sottolinea Borio – “è un atto di responsabilità. Ma siamo ancora senza decreto attuativo, senza officine accreditate, senza linee guida. A dieci anni dall’approvazione della norma, è inaccettabile”.
Federacma chiede con urgenza al Governo di sbloccare il decreto e si rende disponibile a collaborare per la piena attuazione della misura, mettendo in campo la propria rete di professionisti e strutture operative presenti su tutto il territorio nazionale.
“La sicurezza non guarda al catasto, né alla dimensione dell’azienda agricola” – conclude Borio –. “Serve una cultura diffusa della prevenzione, che parta da controlli seri e continui. Non possiamo più continuare a contare i morti con indifferenza”.