Pescara. “Riteniamo che le dichiarazioni della presidentessa dell’ACA Giovanna Berardinelli apparse sulle pagine de Il Pescara il giorno 5 luglio spostino l’attenzione dei cittadini e delle cittadine rispetto al problema che riteniamo cruciale: le reti idriche della provincia di Pescara sono un colabrodo, il 50% circa dell’acqua immessa in acquedotto si disperde lungo la strada che dovrebbe portarla ai rubinetti. In altre parole, l’ACA è costretta a immettere in rete il doppio dell’acqua effettivamente disponibile sulle utenze. Questo appena esposto è senza dubbio il motivo più rilevante per cui la società idrica è costretta ad un razionamento preventivo”. Così in un nota Possibile Pescara in merito alle più recenti notizie di cronaca sul razionamento idrico.
“Le perdite enormi e diffuse esistenti sulla rete urlano la necessità di un intervento urgente delle istituzioni, dell’ERSI e dell’ACA, chiamati a consegnare finalmente alla collettività un sistema di distribuzione dell’acqua potabile moderno ed efficiente. Tuttavia, non solo quanto auspicato non accade, ma nemmeno ne ritroviamo traccia all’interno delle dichiarazioni presenti e passate di Berardinelli. Al contrario, le cause del razionamento idrico sono ricercate altrove e le soluzioni appaiono piuttosto inconsistenti.
La strada percorsa da un po’ di tempo a questa parte dall’ACA è quella della deresponsabilizzazione: se c’è poca acqua è colpa dei cittadini e delle cittadine, nonché del cambiamento climatico. Leggiamo che il razionamento idrico viene imposto per evitare un uso sbagliato dell’acqua, atteggiamento che sposta la responsabilità della carenza idrica sul comportamento dei singoli, i quali hanno innegabilmente un ruolo importante nella partita della sostenibilità, ma non decisivo quanto gli interventi che siamo qui a chiedere. Inoltre, riguardo la scelta del razionamento idrico per evitare perdite lungo la linea, è ovvio che immettendo meno acqua nelle condotte se ne perde di meno, ma è anche assurdo constatare che per non sprecare acqua, bene primario a cui tutte e tutti hanno diritto, la società idrica ne immetta meno nella rete anziché agire a monte, ovvero sulle enormi falle nelle condotte!
Chiediamo una rete idrica che sia in grado di portare alle utenze la totalità dell’acqua immessa in rete. Riteniamo che la digitalizzazione propagandata dall’ACA sia secondaria rispetto alla costruzione di acquedotti moderni ed efficienti, nonché di reti duali per la separazione di acque destinate ad usi potabili e non potabili, aspetti che né l’ACA né le istituzioni sembrano prendere in seria considerazione”.