L’Aquila. Realizzare una rete di bacini di accumulo, veri e propri laghetti, senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità: è il progetto immediatamente cantierabile di Coldiretti e Anbi che si pone l’obiettivo di potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture.
A spiegarlo all’ANSA è il direttore di Coldiretti Abruzzo, Roberto Rampazzo, intervenuto – in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione – per commentare i dati allarmanti di una ricerca dell’Università ‘D’Annunzio’ di Chieti-Pescara relativa ai cambiamenti climatici nella regione. “L’obiettivo – sottolinea il direttore Rampazzo – è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzata per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile. Con l’avvio di un grande piano nazionale per la realizzazione da nord a sud del Paese di invasi si difenderà concretamente la sovranità alimentare ed energetica dell’Italia e, nello stesso tempo, si garantirà l’acqua per i cittadini, per le coltivazioni e per la produzione di energia rinnovabile che renderà migliore l’ambiente e attiverà anche le risorse occupazionali per la manutenzione degli invasi ad aziende agricole, imprese e cittadinanza”.
“A livello regionale – prosegue Rampazzo – su questo argomento stiamo inoltre sensibilizzando i decisori politici a creare un tavolo di confronto ad hoc sul tema acqua, invitando le organizzazioni agricole, ambientaliste, consorzi di bonifica, l’università e studi di ricerca. L’obiettivo è creare una maggiore cultura della prevenzione e della gestione di questa importante risorsa, mantenendo il territorio con gli scoli d’acqua puliti e funzionali per il deflusso, in caso di forte pioggia, o per far scorrere meglio l’acqua in caso di bisogno”.