Di Raffaele Castiglione Morelli
“Questo è il momento dell’autoresponsabilità, non dobbiamo pensare di esser furbi, dobbiamo tutelare la nostra salute, la salute dei nostri cari, dei nostri genitori, dei nostri nonni”. Queste le indimenticabili parole di 2 mesi fa. Durante l’ora di cena, da soli o con i propri cari, i cittadini italiani hanno assistito al discorso del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un cambio radicale delle nostre vite. Un limite alle nostre libertà di movimento, di azione, di vita. Un atto di coscienza, forse, che ci ha aiutato a contrastare un nemico invisibile.
Non è stato limitato però, il desiderio umano di progettare, di sognare di prospettare un qualcosa di diverso. Ci siamo reiventati in questi due mesi, abbiamo sofferto. Abbiamo avuto paura e continuiamo ad averla per un futuro incerto.
Dolore, momenti di rassegnazione, coraggio, determinazione, passione. Una centrifuga di sentimenti ha invaso i nostri cuori. E certe cose, certe emozioni, non possono essere espresse in modo più netto se non dalla musica. Più delle immagini, più delle parole, più degli odori. La musica arriva incontrastata in quelle camere segrete dei nostri pensieri più profondi. Bella, la musica. E anche sublime.
Per questo motivo, ieri sera, impossibilitati dallo stringerci vicini, impossibilitati dal poter urlare dal vivo le nostre ansie e i nostri desideri, abbiamo rotto le barriere della distanza. Le melodie di tutti gli artisti ci hanno raggiunto dovunque per dimostrare che in ogni condizione, in ogni status, in ogni carenza, la musica non può non deve fermarsi. Come diceva Nietzsche, concedetemelo, la musica è l’espressione del nostro lato “dionisiaco”, cioè della nostra linfa vitale.
Giù la maschera del perbenismo, giù le catene di una libertà vigilata. Perché sì, abbiamo voglia di urlare, di liberarci, di rialzarci. Con le melodie, le voci, gli strumenti di tutti i musicisti che hanno partecipato, ieri abbiamo smascherato le nostre emozioni. Che sia stato pure tramite banda larga, hotspot, davanti a piccoli, medi o grandi schermi, ieri abbiamo creato un piccolo spazio magico via ethernet e mi sono, ci siamo sentiti vicini.
Grazie Jacopo Sipari, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Accademia Sannita, Alessandro Zerella, Silvano Fusco, Luigi Abate, Adele D’Aronzo, Mauro Di Domenico, Simona Molinari, Emilia Di Pasquale, Francesca Bontempi, Mario di Legge, Stefano Fonzi, Stefano Camilli, Luigi Sfirri, Antonio Marianella, Alessandro Palumbo, Emilio Morgante, Ruben Coco, Paolo Alfano, Gianna Chillà, Francesco Di Cicco, Mirko Rossi, Fuori Tempo Massimo, Anni Aty Band, Circolo Banda “I Leoncini d’Abruzzo”, Felice Iannini, Mattia Ravioli, Federica Zangari, Alessandro Sbrolli, Maristella Buzzelli, Serena Cataldi, Sara Zollini, Mario Di Legge, Alessandra Stornelli, Paola Ronci, Cinzia Tedesco.
Grazie a te, Martina Tellone, per il prezioso e professionale contributo nella presentazione.
Non posso che dire grazie a tutti voi artisti di musica, poeti di libertà, che avete collaborato per questo mio piccolo progetto. Grazie ad Abruzzolive, a Pietro, Eleonora, Francesco che mi hanno concesso la più ampia libertà di azione e di espressione in questo spazio comunicativo. Uniti, anche a distanza, non può esistere nemico che ci potrà separare, che potrà fermare la nostra voglia di sognare e di continuare a progettare.
Grazie.