Chieti. Sarebbe in condizioni disperate. Sergio Marchionne il manager italo-canadese di origini abruzzesi si è aggravato dopo l’intervento alla spalla ma dietro la sua condizione ci sarebbe dell’altro. Tutto ciò emerge con chiarezza dal lungo comunicato diramato da Fiat Chrysler Automobiles.
Le reali condizioni sono avvolte dal molti dubbi. Nelle ultime ore si stanno infatti susseguendo diverse indiscrezioni. Dagospia ha scritto che l’ormai ex ad di Fca «è malato di tumore ai polmoni». Mentre Paolo Madron, economista ed profondo conoscitore dei principali personaggi del capitalismo italiano ha scritto: «Cose che non si vorrebbero mai dire, ma che il dovere di cronaca purtroppo ci impone: Marchionne è in coma profondo». Sono ovviamente notizie non ufficiali che però rendono l’idea della difficili situazione, in attesa che venga fatta ufficialmente chiarezza sullo stato di salute dell’ex manager Fca.
Da orlo crac a boom, i numeri di Fca con Marchionne sono incredibili. Ha preso la Fiat sull’orlo del fallimento e l’ha risanata, trasformandola nella Fca “solida e con un futuro più che mai brillante e luminoso” che lo scorso primo giugno ha annunciato 45 miliardi di euro di investimenti entro il 2022. In 14 anni le società guidate dal manager di Chieti sono cresciute in modo esponenziale.
I principali numeri del suo successo sono inequivocabili. I ricavi sono passati dai 47 miliardi di euro del 2004 (Gruppo Fiat S.p.A.) ai 141 miliardi di euro del 2017 (FCA, CNH Industrial e Ferrari). Il risultato netto è passato da -1,5 miliardi di euro del 2004 (Gruppo Fiat S.p.A.) ai 4,4 miliardi di euro del 2017 (FCA, CNH Industrial e Ferrari). Nel 2004 la capitalizzazione dell’allora Gruppo Fiat era di 5,5 miliardi di euro ed ora, tenendo conto di tutte le società nate dagli spin off (FCA, CNH Industrial e Ferrari), è di circa 60 miliardi di euro.
Frasi inequivocabili di Elkann. In una dichiaraziojne diramate dalla multinazionale, John Elkan fa un ricordo di Marchionne come se fosse oramai in un coma irreversibile. “Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia. Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall’inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il Gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone. Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale.
E’ stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. Per me”, ha aggiunto Elkan, “è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano. Ci ha insegnato che l’unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza. E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone.
La cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito continua a farela differenza e ne è diventata parte integrante. Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura. Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Chiedo a tutti di comprendere l’attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine”.