Pescasseroli. Distruzione e deturpamento di bellezze naturali e violazione del codice sui beni culturali e del paesaggio: sono queste le ipotesi di reato che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano avrebbe iscritto a carico dei committenti e degli esecutori dei lavori nel quadro dell’inchiesta sulla realizzazione del manto di asfalto sulla strada sterrata, realizzata dal comune di Villavallelonga, in territorio del parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Per il momento gli indagati sarebbero due: il responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Villavallelonga e il direttore dei lavori. La Procura della Repubblica ha iniziato gli accertamenti: al vaglio ci sono i documenti riguardanti il progetto della strada, l’approvazione della Regione, i nullaosta concessi inizialmente dall’Ente Parco nazionale, le valutazioni di impatto ambientale e le prescrizioni che lo stesso Parco azionale aveva richiesto al comune. In particolare il Parco aveva prescritto che il manto stradale si bloccasse al fontanile alla base delle valli “Cervara” e “Tasseto”. In realtà la lingua d’asfalto è stata portata fino al fontanile dell’Aceretta, poco dopo l’omonimo rifugio. L’inchiesta, condotta la pm Savelli, è solo alle prime battute ed ha preso le mosse dalla denuncia dell’Ente Parco che, inizialmente, aveva intimato al comune di Villavallelonga di bloccare i lavori e la rimozione dell’asfalto nell’ultimo tratto verso l’Aceretta, ossia per circa due chilometri. Il Sindaco di Villavallelonga, Lippa, per il momento ha scelto la linea del silenzio.