L’Aquila. “Un cantiere, finalmente in movimento”. Parole di monsignore Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che sembrano definire le coordinate per il futuro di Amatrice e che arrivano nel giorno in cui ricorrono i sei anni dal sisma che, di fatto, la rase al suolo. Una giornata dedicata al ricordo ma anche una occasione per fare il punto sulla ricostruzione, sulla rinascita di un territorio duramente colpito. Il terremoto causò nel centro Italia 299 vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara) e 11 a Accumoli. Nel corso della sua omelia Pompili ha affermato che ad Amatrice “a prima vista, tutto sembra fermo all’istantanea della torre che si erge isolata in mezzo al deserto” ma se “si guarda con più attenzione”, si scopre che “ci sono gru sparse qua e là. Per vedere, dunque, bisogna venire: ora è il tempo della ricostruzione, ma per arrivare a quella della rigenerazione vera e propria, occorre venire, sia pubblico che privato, sia Stato che società civile”. Anche se lentamente, con grande fatica, i principali cantieri – l’orfanotrofio Don Minozzi, il tunnel dei sotto servizi nel centro storico e l’ospedale – stanno facendo progressi.
“E’ l’ora di operare, agire, progettare, aprire i cantieri – ha affermato il Commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini. Le procedure funzionano, le risorse ci sono, la volontà di ricostruzione si è manifestata” e “ormai da tempo sono aperti numerosissimi cantiere aperti”.
Ieri il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, aveva lanciato un grido d’allarme affermando: “la politica ci ha dimenticato”.
Oggi sono molte le dichiarazioni di cariche istituzionali e leader politici in ricordo di quanto avvenuto nel 2016. Per il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, “l’Italia non dimentica una delle tragedie più gravi della sua storia recente e non può abbandonare il territorio devastato dal sisma”.
Dal canto suo il presidente della Camera, Roberto Fico, ha ricordato come il “Parlamento sia intervenuto, e a più riprese, prevedendo lo stanziamento di risorse, strumenti e procedure per la ricostruzione, lunga, faticosa e tuttora parzialmente incompiuta”.
La ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, presente alla funzione religiosa, ha ribadito la vicinanza del Governo alle famiglie delle vittime aggiungendo che “servirà sempre di più l’impegno di tutti, cittadini, istituzioni, imprese, mondo del volontariato, per completare quanto avviato”.
Ad Amatrice presenti anche Matteo Salvini e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Sei anni fa il dramma del terremoto del Centro Italia che devastò intere città portò via 299 vite. Vicino a chi, ancora oggi, soffre”, ha scritto su twitter il leader della Lega, mentre per il Governatore su Fb ha scritto che “ci sono stati immensi problemi, ma le gru e i cantieri aperti sono il segnale più importante che la rinascita è iniziata, va avanti e Amatrice sarà come e più bella di prima”.
Per la numero uno di Fratelli di Italia, Giorgia Meloni, il sisma “rimane una ferita aperta per tutti. Noi ci siamo sempre stati e continueremo a batterci. Lo dobbiamo a tutti i cittadini”, mentre il segretario del Pd, Enrico Letta ricorda il “sacrificio” di chi quella notte vide “recisa la vita”. Sui social è intervenuto anche il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi scrivendo che “oggi il mio pensiero va alle centinaia di vittime e a tutte le famiglie che, alle
3:36 di quella notte, hanno visto la loro vita cambiare per sempre”.
La dichiarazione del presidente Marsilio
“A sei anni di distanza dal sisma si comincia a vedere qualcosa di concreto nella ricostruzione. E’stata dura per la popolazione e per il territorio. Le istituzioni sono presenti per garantire con il massimo sforzo il diritto dei cittadini di queste aree interne di tornare a vivere anche con maggiori servizi rispetto a quanti ne avessero in precedenza. Un impegno forte da parte di tutti perché ne vale il futuro di questa terra”. Lo ha detto il presidente Marco Marsilio partecipando oggi ad Amatrice alle celebrazioni per il sesto anniversario del sisma del Centro Italia.
La dichiarazione della deputata Stefania Pezzopane
“Oggi, come 6 anni fa, ho vissuto una grande emozione, colma di ricordi tristi e inconsolabili ma anche speranza. Speranza che questi territori martoriati dal sisma tornino presto a vivere una dimensione che non sia fatta più di precarietà ed emergenza. Era la notte del 24 agosto 2016, e credo che il ricordo di quella terribile scossa e tutto ciò che seguì resterà per sempre, indelebile, nel mio cuore. Amatrice fu colpita drammaticamente ed insieme città e borghi di 4 regioni: Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria. In questi 6 anni, insieme al governo e al parlamento, abbiamo cercato di rendere meno pesante la vita a chi era rimasto nei territori devastati dal terremoto, accelerando il più possibile la ricostruzione e il ritorno alla normalità con molti provvedimenti, tra cui anche il SismBonus e CasaItalia per adottare le giuste iniziative per prevenire il danno conseguente al sisma”. Lo dichiara la deputata dem Stefania Pezzopane, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera e responsabile nazionale Pd Terremoti e Ricostruzione.
“La prevenzione – aggiunge l’esponente dem – è l’unica cura e su questo abbiamo investito come mai era accaduto prima. Tuttavia, resta la rabbia e la delusione verso chi ha deciso di far cadere prematuramente il governo Draghi impedendo l’approvazione di altri importanti provvedimenti per le aree terremotate, tra cui quello per i cantieri della ricostruzione 2009, che interveniva sull’aumento dei prezzi delle materie prime, il Codice della ricostruzione che il Gruppo Pd ha proposto, per fornire norme organiche per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma e non da ultimo, le misure a sostegno per le famiglie vittime dei terremoti. Misure importanti, attese da famiglie enti locali e imprese gettate al mare per meri calcoli elettoralistici”.
“Resta la consapevolezza – conclude Pezzopane – di essere riusciti, tra le cose più importanti, a rifinanziare le ricostruzioni di tutti i crateri, approvato le norme ed i finanziamenti per le stabilizzazioni, definite norme di semplificazione rivoluzionarie, istituito il fondo complementare sisma al Pnrr per 1780 milioni, solo per citare le questioni più importanti. Ma oggi il nostro pensiero più sentito e profondo è per chi non c’è più e ai loro cari, alle vittime del terremoto di Amatrice e dei territori colpiti”.