Roma. “Il decreto-legge dell’8 aprile scorso, convertito in Legge il 6 giugno, conferma l’ipotesi di slittamento dei termini di chiusura delle operazioni di utilizzazione ed assegnazione provvisoria al 20 settembre 2020. I docenti esiliati che da anni fanno richiesta di assegnazione provvisoria per ricongiungersi ai familiari nelle proprie terre, si troveranno in enorme difficoltà, perché dovranno comunque prendere servizio il 1 settembre nella scuola di titolarità nell’attesa di sapere se avranno ottenuto o meno l’assegnazione provvisoria e trascorrere giorni e giorni nel limbo dell’incertezza tra sistemazioni provvisorie ed esborsi di risorse economiche per provvedere a vitto, alloggio e viaggi”.
A farlo presente è l’Usb, Unione sindacale di base-pubblico impiego della scuola. “Si va delineando – scrive l’Usb – una situazione paradossale: da un lato, proprio in queste ultime ore, il governo non fa altro che discutere della sicurezza necessaria alla riapertura delle scuole e si susseguono ipotesi e contro-ipotesi elaborate dal team di esperti del MIUR, dall’altro il ritardo nelle operazioni di assegnazione dei docenti sembra non destare alcuna preoccupazione, quando questi docenti, da anni ormai nell’ordine di almeno 30 mila, dovranno spostarsi in lungo e in largo da nord e a sud dello stivale, in barba a qualsiasi principio di sicurezza sanitaria. Per questa ragione sosteniamo le rivendicazioni dei comitati e gruppi di docenti esiliati e immobilizzati che in questi giorni stanno a ragione chiedendo un intervento
tempestivo da parte dell’amministrazione e delle forze politiche, affinché questo scenario venga evitato, al fine
di ridurre il più possibile gli spostamenti di persone in fase di emergenza sanitaria e di attenuare i disagi
esistenziali e materiali dei docenti che lavorano a chilometri di distanza dalle proprie province di residenza”.
Su questi temi USB Scuola incontrerà il Ministero dell’Istruzione nella giornata di domani, 16 giugno



