L’Aquila. “I numeri parlano chiaro e non possono essere ignorati: dall’anno scolastico 2014/2015 all’attuale 2024/2025 l’Abruzzo ha perso oltre 20.000 studenti. È quanto emerge dai dati ufficiali ottenuti tramite accesso agli atti all’Ufficio scolastico regionale, dopo aver lanciato un allarme sullo spopolamento scolastico.
Il calo è particolarmente drammatico nei piccoli comuni montani e collinari, dove interi plessi sono stati chiusi e dove molti studenti sono costretti a percorrere ogni giorno decine di chilometri per raggiungere la scuola. Questo significa meno classi, un’offerta formativa ridotta, comunità sempre più fragili. Per questo, il problema non è tanto scegliere fra settimana corta o settimana lunga: con la settimana corta, i ragazzi che vivono nei nostri paesi dell’entroterra possono impegnarsi in attività sportive, corsi di lingua, teatro, laboratori, oppure semplicemente stare in famiglia e rafforzare il legame con le proprie radici”, così il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e parte del Comitato per la legislazione che si occupa anche di strategie per le aree interne.
“Dai dati emerge chiaramente che il rischio verso cui si sta andando incontro è che la scuola diventi un mondo separato dal territorio – sottolinea Di Marco – . Nelle aree interne è un presidio insostituibile di restanza, di socialità e di rilancio. Dove la scuola chiude, inevitabilmente il paese si svuota, i servizi si riducono e le famiglie scelgono di andare altrove. Ecco perché serve una strategia regionale chiara e concreta per le aree interne, che metta insieme istruzione, mobilità, servizi, infrastrutture e opportunità per i giovani. Non bastano interventi spot: dobbiamo garantire continuità didattica, investire in progetti educativi innovativi, potenziare i trasporti scolastici, sostenere i docenti che scelgono di lavorare nei territori più isolati e fare della scuola un motore di sviluppo culturale ed economico. La sfida non riguarda solo l’istruzione, ma la sopravvivenza stessa delle nostre comunità. Difendere la scuola nei borghi significa difendere la nostra identità, il nostro patrimonio culturale e la possibilità di avere ancora un Abruzzo vivo e coeso.Se non agiamo ora, fra qualche anno non parleremo più di spopolamento scolastico, ma del vuoto irreversibile lasciato dalla perdita delle nostre comunità”.