Villa Santa Maria. “Una tempesta in un bicchiere d’acqua minerale: non si può avere paura della storia”. Citando Ennio Flaiano, il senatore di Forza Italia Nazario Pagano interviene sulla polemica innescata dall’interrogazione del deputato Camillo D’Alessandro nella quale chiede l’intervento del ministro degli Interni Matteo Salvini per la rimozione della scritta Dux sulla roccia della Penna di Villa Santa Maria.
«Un’iscrizione realizzata nel 1940, che è stata ripulita di recente per iniziativa del sindaco Pino Finamore in un progetto di valorizzazione della zona e che costituisce, comunque la si pensi, un retaggio della nostra storia nazionale che va accettata, discussa e criticata per quello che è, ma non rimossa. Additare quella scritta come fosse un pericoloso segnale visivo sovvertitore dei valori costituzionali e di esaltazione del Ventennio, rivela una profonda miopia politica prima ancora che storica. La storia non può essere manipolata ideologicamente: è un gioco pericoloso e dalle conseguenze paradossali. Villa Santa Maria ha avuto un Giusto tra le nazioni, il podestà (ovvero il sindaco dell’epoca fascista) Roberto Castracane, che coraggiosamente protesse gli ebrei seguendo il più alto senso etico, di cui serba la memoria come monito alle future generazioni che sulla roccia possono ora visivamente rapportarsi a quel periodo proprio incrociando con lo sguardo la scritta Dux. Con un relativismo smaccatamente di partito, come quello condotto da sinistra in questa inutile crociata , a qualcuno potrebbe venire persino in mente – conclude ironicamente Pagano – di chiedere di abbattere il Colosseo, perché quelle mura hanno hanno visto trucidare decine di migliaia di persone nei giochi gladiatori e come simbolo delle persecuzioni dei cristiani gettati in pasto ai leoni».