Pescara. La Riserva Naturale Sorgenti del Pescara continua a stupire con le sue bellezze naturalistiche. E’ di questi giorni, infatti, la scoperta di un notevole esemplare di Evonimus europeaus, chiamato volgarmente “berretta di prete”, in prossimità dell’area delle sorgenti. Nascosto nella vegetazione vicino al canneto, l’albero è stato segnalato dal botanico Kevin Cianfaglione dell’Università di Camerino. Si tratta di un esemplare di notevole valore naturalistico perchè è estremamente raro trovarlo di queste dimensioni. L’altezza supera i 5 metri e la circonferenza è di 60 centimetri. Inoltre, l’Evonimo europeo lo si rintraccia spesso a cespuglio o a piccolo arbusto in prossimità dei boschi, in questo caso la forma è quella di uno splendido alberello in perfette condizioni di salute. Secondo Cianfaglione, questo Evonimo è il più grande d’Abruzzo mai segnalato e allo stato dei fatti potrebbe risultare persino il più grande d’Italia.. Il recupero dell’esemplare, liberato dalle lianose e dalle sterpaglie, è stato effettuato dalle associazioni Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus e Pro Natura Abruzzo sotto la supervisione della direttrice della Riserva Piera Lisa Di Felice e dell’assessore all’Ambiente di Popoli Giovanni Diamante. “Ancora una volta la Riserva mette in mostra le sue meraviglie naturalistiche.” commenta Di Felice, “Questo ritrovamento da ulteriore valore alla nostra area protetta che continua ad essere paradiso per botanici, zoologi e naturalisti”. Per l’assessore Diamante è un vanto anche per la città di Popoli: “Questo raro esemplare è un altro bene naturalistico che va ad arricchire la lista degli alberi monumentali popolesi. E la sua unicità ci porta nuovamente nel guiness dei primati per conservazione di specie rare e pregiate”. Per Alberto Colazilli, presidente di Conalpa Onlus, l’azione di recupero dell’Evonimo della Riserva “è stata un’ ulteriore dimostrazione della splendida sinergia e del gioco di squadra tra Conalpa Onlus e Pro Natura Abruzzo. Uno staff che funziona benissimo e che porta a grandiosi risultati. La prossima fase sarà quella di redigere una dettagliata relazione tecnico-scientifica sull’evonimo e di segnalarlo poi alla Regione per farlo diventare monumento naturale di interesse regionale.”