Penne. La potremmo chiamare una sorpresa di Ferragosto: proprio nei giorni di metà mese è stata scoperta infatti la prima colonia nidificante di Aironi guardabuoi in Abruzzo. Che questo ardeide frequentasse con crescente abbondanza la nostra regione era ben noto ma finora non erano mai stati identificati siti riproduttivi. Nei giorni scorsi invece, durante un’escursione nei sentieri della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF “Lago di Penne” il Direttore dell’area protetta Fernando Di Fabrizio, il Presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio e la responsabile del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco hanno osservato un gran numero di aironi guardabuoi in un fitto saliceto semisommerso e soprattutto hanno anche ascoltando i versi dei piccoli, ipotizzando subito che gli aironi si fossero riprodotti proprio nella riserva. Il giorno dopo Roberto Delle Monache, Fernando Di Fabrizio, Giuseppe Di Bernardo e il fotografo Roberto Mazzagatti hanno verificato la segnalazione realizzando anche una serie di spettacolari immagini. Sono stati censiti oltre 40 nidi con una cinquantina di piccoli chiassosi che richiedono continuamente cibo. L’area, oltre che dagli aironi guardabuoi, è popolata anche da Nitticore, da alcune coppie di Garzette e da diversi individui di Marangone minore.
Un importante scoperta non a caso avvenuta in uno dei tanti santuari per la biodiversità presenti in Italia, dove chiunque ne abbia voglia può osservare la fauna selvatica in un ambiente protetto. «Nella natura – osserva Fernando Di Fabrizio – ci sono sempre sorprese che ci attendono. Quello offerto dalla nutrita colonia di aironi guardabuoi è uno spettacolo che si ripete dopo tanti anni: già nel 1984, sempre nel Lago di Penne, venne accertata la prima nidificazione della Nitticora in Abruzzo».
Nel 2020 la Riserva di Penne aveva prodotto inoltre il documentario Le sentinelle dei campi interamente dedicato proprio all’airone guardabuoi. Gli autori Fernando Di Fabrizio, Alessandro Di Federico e Roberto Mazzagatti non erano però riusciti a individuare nell’area vestina né in altre aree della regione il sito di riproduzione.
Gli aironi guardabuoi (Bubulcus ibis), sono uccelli dall’aspetto elegante con un piumaggio bianco e caratteristici ciuffi di piume sulla testa e sul collo durante la stagione riproduttiva. Questi uccelli sono famosi per la loro abitudine di seguire gli animali che pascolano, come bovini e pecore, per catturare insetti e altri piccoli animali disturbati dalle attività di pascolo. Una relazione simbiotica affascinante, ma lo è ancor più il fatto che gli aironi guardabuoi hanno saputo adattarsi perfettamente alle innovazioni in agricoltura: da anni si possono osservare nelle campagne, mentre i trattori preparano il terreno per la coltivazione di cereali e leguminose, correre veloci verso l’aratro in cerca di roditori e lucertole messi in fuga dal vomere per poi allontanarsi in fretta e nascondersi tra le zolle.
La presenza di una colonia nidificante di aironi guardabuoi all’interno della riserva naturale regionale Lago di Penne sta già destando grande interesse nella comunità scientifica e tra gli appassionati di fauna selvatica: la colonia potrebbe offrire un’opportunità preziosa per studiare il comportamento di questi uccelli in un ambiente relativamente protetto e naturale e per saperne di più su abitudini alimentari, strategie di nidificazione e interazioni sociali. La scoperta sottolinea inoltre l’importanza delle riserve naturali e delle oasi come rifugi per la fauna selvatica. Questi spazi offrono tutela a numerose specie che possono continuare a svolgere il proprio ruolo ecologico senza le pressioni dell’attività umana. Tra l’altro proteggendo specie emblematiche si salvaguarda l’intero ecosistema di cui noi stessi facciamo parte.
«Questa ennesima sorpresa – ha commentato il presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio – rappresenta un richiamo per gli appassionati di birdwatching e per i curiosi di natura in generale ma
anche un promemoria del costante mistero e della bellezza che il pianeta ci offre. L’invito per tutti è di continuare a esplorare, studiare e proteggere il mondo che ci circonda, per saperne sempre di più e per preservarlo in favore delle generazioni future».