Pescara.”‘Il bue che dice cornuto all’asino’: e’ il miglior modo per dare concretezza allo scontro in atto tra Pd e Movimento 5 Stelle sul finto salvataggio dell’Ospedale di Penne. Il Pd, che ha chiuso di fatto il ‘San Massimo’, togliendogli il Pronto soccorso e trasformandolo in un semplice punto di ‘stabilizzazione’ del paziente, accusa i 5 Stelle di aver presentato un emendamento-farsa per impedire il declassamento del ‘San Massimo’. Che e’ vero, ma suscita stupore che oggi a ergersi a difensori della struttura sia proprio il Partito Democratico, preoccupato, evidentemente, solo di salvare la faccia e uno o due voti, in vista delle elezioni. Preoccupazione inutile per entrambi gli schieramenti: dopo il 10 febbraio sara’ il governo di centrodestra che assumera’ la guida della regione, per volonta’ degli abruzzesi, a stracciare la delibera dell’assessore Paolucci e a restituire a Penne e all’area vestina il ‘San Massimo’, che tornera’ a essere un Ospedale di primo livello visto che oggi sul territorio di Pescara e provincia c’e’ solo l’Ospedale di Pescara che infatti sta scoppiando”. E’ il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri alla querelle scoppiata oggi tra Pd e M5S sul ‘caso’ Ospedale di Penne.
“Una querelle che farebbe ridere se la situazione non fosse cosi’ drammatica”, ha detto il Capogruppo Sospiri, “assistiamo di fatto a uno scontro tra ‘campioni’ delle chiacchiere: da un lato il Pd-Governo D’Alfonso-Paolucci, che, deposte le armi dinanzi ai Decreti del Governo Renzi, ha chiuso, senza alcun ripensamento, gli Ospedali di Penne e Popoli, passando, come un carro armato, sopra le giuste proteste dei cittadini privati del diritto alla salute. Forza Italia ha ingaggiato subito una dura battaglia e alla fine abbiamo salvato l’Ospedale di Popoli, non certo grazie all’assessore Paolucci, ne’ al Consigliere D’Alessandro, ne’ tantomeno all’ex Governatore D’Alfonso, autori del suicidio della nostra sanita’ territoriale, ma solo grazie a un emendamento alla Finanziaria approvato lo scorso ottobre contro la volonta’ della stessa amministrazione regionale”.


