Avezzano. La commissione comunale sanità di Avezzano, convocata d’urgenza dalla presidente Alessandra Cerone, si è trasformata in un acceso teatro di confronto sulle criticità del sistema sanitario locale. Al centro delle polemiche, una decisione che ha sollevato non poche perplessità: la cancellazione dei sei posti letto di terapia sub intensiva dell’ospedale di Avezzano.
Durante la seduta, il sindaco Gianni Di Pangrazio ha puntato il dito contro Pierfrancesco Fusco, direttore del reparto di anestesia, rianimazione e terapia del dolore, contestando la scelta di portare la terapia del dolore al primo piano, proprio al posto dei posti letto della Terapia sub intensiva. Una decisione che, di fatto, ha portato alla soppressione di sei posti letto considerati vitali per il territorio. Di Pangrazio ha evidenziato che la Terapia sub intensiva è molto importante per la comunità specialmente per i pazienti che necessitano di un monitoraggio costante ma non di terapia intensiva.
L’incontro, al quale hanno partecipato anche i sindaci Vincenzo Giovagnorio di Tagliacozzo e Mirko Zauri di Pescina, è stato caratterizzato dall’assenza del manager della ASL, Ferdinando Romano, la cui mancata partecipazione ha ulteriormente alimentato le tensioni. Il primo cittadino di Avezzano non si è limitato a criticare l’esistente, ma ha anche avanzato una proposta concreta: trasferire temporaneamente i posti della neurochirurgia ad Avezzano, considerando che il reparto dell’Aquila dovrà essere ristrutturato, con conseguente dimezzamento dei posti letto disponibili per l’intera provincia.
A sostegno della sua proposta, Di Pangrazio ha ricordato con tono commosso il caso del giornalista Mario Sbardella, morto a gennaio 2022 all’età di 65 anni, sostenendo che se ci fosse stata la neurochirurgia ad Avezzano, si sarebbe potuto salvare. Un riferimento che ha toccato le corde emotive dei presenti, riportando l’attenzione sull’importanza di servizi sanitari tempestivi e adeguati sul territorio. La commissione si è conclusa con la proposta di un consiglio comunale straordinario, che potrebbe estendersi anche ai comuni limitrofi dove sono presenti presidi sanitari, come L’Aquila, Castel di Sangro e Sulmona. L’obiettivo è quello di creare un fronte comune per affrontare le problematiche che affliggono la sanità marsicana, a partire proprio dal caso emblematico della terapia sub intensiva scomparsa.