Roma. La Camera ha approvato all’unanimità, con 245 voti, l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta che procederà a riaprire l’indagine sulla scomparsa di Mirella Gregori (avvenuta a Roma il 7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (verificatasi, sempre a Roma, quarantasei giorni dopo, il 22 giugno 1983).
“Una giornata molto positiva ed è stato fatto un passo importante”, questo il commento a Tgcom24, di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, fin dall’inizio impegnato nel tentativo di far luce su una vicenda che, ribadisce, “non riguarda solo la scomparsa di una ragazzina ma tutto quello che è successo in questi 40 anni. Ci sono situazioni poco chiare che vanno chiarite. Oggi sono contento, ora la palla passa al Senato, mi auguro che per aprile la commissione possa essere costituita.” A proposito del Vaticano che, alcuni mesi fa, ha a sua volta riaperto il caso Orlandi, Pietro considera: “Continua una presa in giro che dura da 40 anni.” “Se apri un’inchiesta”, continua in proposito, “vuole dire che hai deciso di arrivare alla verità. Alessandro Diddi [il promotore di giustizia dello Stato Vaticano, ndr] ancora non ci ha risposto, avrebbero dovuto chiamarci, invece ancora niente. Mi auguro che stiano facendo qualcosa. Sarebbe stato bello iniziare una collaborazione, potevamo aiutarli a capire da dove poter partire. Io sono convinto che sanno come sono andate le cose. Così come lo sapevano Ratzinger, Wojtyla e lo sa Francesco.”
“Dopo 40 anni questa è finalmente una bella giornata”, aggiunge soddisfatta Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella. “Dopo 40 anni questa è finalmente una bella giornata, finalmente si parla di mia sorella dopo che per 40 anni è stata sempre solo un’appendice di Emanuela e spero che con questa commissione si scindano i casi perché, anche se hanno degli elementi in comune, magari la verità sulla fine delle due ragazze potrebbe essere diversa.” È convinta che, in sede investigativa, all’epoca “ci sono state delle lacune” perché “all’inizio mia sorella non è stata proprio cercata.”
I due episodi, le due scomparse, lo si è ripetuto innumerevoli volte in questi decenni, sembrerebbero rivelare alcune, possibili correlazioni. Tra l’altro, com’è noto, la famiglia di Mirella ricevette la telefonata di uno sconosciuto dall’accento straniero, soprannominato dai giornali l’“Amerikano”, che si disse in grado di fornire notizie sulla giovane, chiedendo in cambio di intercedere con il presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, perché liberasse Ali Agca, l’attentatore di Papa Wojtyla. Lo stesso “Amerikano” telefonò, in seguito, alla famiglia Orlandi, promettendo il rilascio di Emanuela in cambio della liberazione del terrorista turco.
“Fu soltanto allora che la Procura di Roma si interessò anche di Mirella, un caso che finì nelle ultime pagine (circa una ventina o poco più) del doppio fascicolo ‘Orlandi-Gregori’”, ricorda, in una recente intervista al Giornale, il giornalista Mauro Valentini, autore del libro-inchiesta Mirella Gregori. Cronaca di una scomparsa. “Ma io credo che non vi sia alcuna correlazione tra le due vicende. Del resto nell’ipotesi in cui qualcuno avesse avuto intenzione di ‘usare’ Mirella come ‘esca’ per una eventuale trattativa, perché si sarebbe fatto vivo tre mesi dopo la scomparsa?” In ogni caso, si impongono approfondimenti.
Nella recente intervista, Mauro Valentini non manca di fare riferimento anche alla menzionata riapertura del caso Orlandi da parte del Vaticano: gli inquirenti prenderanno in esame gli atti delle prime indagini, quelli relativi al procedimento della Procura di Roma sulle sparizioni di Gregori e Orlandi. Il fascicolo venne archiviato nel 2015 su richiesta dell’allora procuratore capo Giuseppe Pignatone – attualmente presidente del Tribunale Vaticano – e dai sostituti Ilaria Calò e Simona Maisto. “Sono contento ma al contempo anche un po’ preoccupato per la riapertura delle indagini sulla scomparsa di Emanuela”, osserva Valentini. “Il dottor Giuseppe Pignatone fu colui che dapprima avocò a sé il caso e poi lo archiviò. Voglio credere e sperare che questa volta l’esito degli accertamenti sarà diverso. Mi auguro vivamente che la vicenda non si concluderà con l’ennesima archiviazione.”
La scomparsa della Gregori e quella della Orlandi sembrano essere prepotentemente tornate anche all’attenzione del pubblico. Forse, oggi, con la pressione mediatica che si è venuta a creare, i tempi potrebbero risultare maturi per giungere, finalmente, a conoscere la sorte di Mirella e di Emanuela. È quello che ci auguriamo.