Roma. Costanzo Alessandrini è un ex vicecomandante della Gendarmeria vaticana, ha svolto il suo incarico quando il corpo di polizia d’Oltretevere era diretto dal comandante Domenico Giani. E, dopo quest’ultimo, è stato a sua volta sentito dalla Commissione bicamerale di inchiesta deputata a indagare sulla scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983).
“La vicenda di Emanuela è, secondo me, un tragico fatto di cronaca nera avvenuto a Roma”, ha dichiarato. “Se fosse nata altrove, probabilmente non se ne sarebbe più parlato. Ma essendo cittadina vaticana, la sua scomparsa ha dato spazio a molte interpretazioni, alcune eccessive, fino a infangare la figura di Giovanni Paolo II, cosa che mi ha ferito profondamente.”
Indagini
A quanto riferito da Alessandrini – riporta Leggo – all’epoca della scomparsa della Orlandi, la Gendarmeria non è stata incaricata di effettuare indagini sul caso. “Dal giugno del 1983 fino al coinvolgimento per la questione di De Pedis, non ci furono attività delegate al nostro corpo”, ha detto, spiegando che “la scomparsa di Emanuela avvenne a Roma, e non vedevo motivi per cui la Gendarmeria vaticana dovesse intervenire.”
Ancora: “Le indagini in Vaticano le ha fatte la squadra mobile di Roma, comprese le intercettazioni. Noi non avevamo nemmeno i mezzi per farle.”
I componenti della Commissione presieduta da Andrea De Priamo hanno riproposto ad Alessandrini le dichiarazioni dell’ex capo della Polizia, Vincenzo Parisi, secondo cui, nei rapporti tra Santa Sede e Governo italiano si sarebbe percepita la sussistenza di un presunto “diaframma”. “Mi sembra strano”, ha commentato l’ex vicecomandante. “La squadra mobile di Roma ha lavorato con noi in Vaticano, comprese attività di intercettazione, sebbene noi non disponessimo dei mezzi per farlo.”
La tomba di De Pedis
Si è parlato delle interazioni con la Procura di Roma connesse con l’estumulazione della tomba di Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, dalla basilica di Sant’Apollinare: “La nostra collaborazione con il magistrato Giancarlo Capaldo era puramente simbolica. Il nostro unico interesse era che la presenza della tomba di De Pedis fosse risolta.”
E, proprio quando si sono diffuse voci sulla singolare collocazione postuma del boss, ha proseguito Alessandrini, il segretario del Papa, ha chiesto alla Gendarmeria “un resoconto, una cronologia di tutta la storia.” Precisando: “Quello non è un fascicolo ma un appunto. È solo una ricostruzione dei fatti, per il 99% su fonti aperte.”
Circa il possibile collegamento tra De Pedis e la vicenda Orlandi, ventilato anni fa nel corso di una puntata di Chi l’ha visto?, Alessandrini ha considerato: “Emanuela era sparita quasi sette anni prima dell’omicidio di De Pedis. Quando vennero aperti i resti, fu trovato solo il cadavere di quest’ultimo.”
La “pista inglese”
Nel corso dell’audizione non sono mancati riferimenti a vari scenari relativi alla scomparsa della Orlandi. A proposito della documentazione divulgata anni fa relativa alle presunte spese che il Vaticano avrebbe sostenuto per mantenere in segreto la giovane a Londra (i cosiddetti “cinque fogli”), ecco il commento di Alessandrini: “È una patacca, un’autentica patacca.” E, riferendosi alla formula dell’intestazione del documento considerato, ha aggiunto: “‘Sua riverita eccellenza’ è un’espressione inesistente in Vaticano.”
Per quanto attiene all’ex dipendente del Ministero della Difesa intervistato dalla trasmissione Farwest in merito al presunto volo a Londra organizzato dai Servizi su richiesta del Vaticano poco dopo la scomparsa di Emanuela: “È venuto anche alla ribalta questo personaggio”, ha detto l’ex vicecapo della Gendarmeria, “dice che era il segretario del ministro Spadolini, che quando è sparita la ragazza non era però ministro della Difesa. Poi lui all’epoca avrà avuto ventidue anni, possibile che a una telefonata di questo tenore” – quella appunto di asserita richiesta di messa a disposizione di un volo aereo – “risponde una persona di ventidue anni e perché parla dopo quarant’uno anni? Poteva svegliarsi un po’ prima, oltretutto Spadolini è morto da parecchio.”
Tratta delle bianche e sette sataniche
La Commissione ha infine chiesto ad Alessandrini una sua opinione sulla scomparsa di Orlandi e Gregori. “A quel tempo si parlava di tratta delle bianche, di sette sataniche”, ha risposto. “Difficile collegare la vicenda di Emanuela Orlandi a quella di Mirella Gregori ma ancor più difficile non collegarle. E poi, allontanata non si è allontanata, caduta in un dirupo? Siamo in una grande metropoli a un passo da Palazzo Madama, sarà stata sequestrata ma ci possono essere mille motivi, questo è il risultato del mio pensare in questi decenni, non credo in nessun coinvolgimento formale del Vaticano o della Santa Sede in questa vicenda.”