Roma. Mistero all’Archivio Centrale dello Stato. È stata recentemente rivenuta della documentazione relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta a Roma il 22 giugno 1983. Un fascicolo la cui copertina reca l’intestazione “Ministero dell’Interno – Direzione generale della pubblica sicurezza – Ucigos”, la sigla “B 369 – Roma – Sott. 8” e la dicitura: “Scomparsa Emanuela Orlandi”. Acclusi tre fogli, con l’indicazione degli atti originariamente contenuti nell’incartamento, ma che ora non risultano presenti.
La singolare circostanza, prontamente segnalata, è stata così riferita dal senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione bicamerale di inchiesta deputata a indagare sulla scomparsa della cittadina vaticana e su quella di Mirella Gregori (7 maggio 1983): “Gian Paolo Pelizzaro [giornalista, ricercatore nonché consulente della Commissione, ndr] nell’ambito di altre ricerche non attinenti con i lavori della stessa Commissione di inchiesta, si è imbattuto in una cartellina vuota sul caso Orlandi e mi ha avvisato.”
“Sono quindi intervenuto personalmente”, ha proseguito De Priamo, “e ho preso atto che nell’Archivio centrale dello Stato è stata riversata della documentazione attinente al caso Orlandi, ma questo fascicolo è vuoto. Riuniremo l’Ufficio di presidenza della Commissione per valutare i passi opportuni per ritrovare questa documentazione e verificare i contenuti.”
La dottoressa Simona Greco, funzionaria dell’Archivio Centrale e responsabile della Sala Raccolte speciali, ha accertato che il fascicolo vi era stato riversato nel 2017, in ottemperanza della direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti relativi alle stragi, e risultava inserito in alcuni documenti del Ministero dell’Interno, Direzione centrale della polizia di prevenzione. La sigla riportata sulla copertina del fascicolo, UCIGOS, indicava l’Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali della Polizia di Stato, istituito negli anni Settanta e sostituito, nel 1981, proprio dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (DCPP).
Cosa conteneva il fascicolo
A giudicare dall’indice presente nel fascicolo, i documenti oggi mancanti risulterebbero di estremo interesse perché relativi da “argomenti su cui molto materiale è stato raccolto negli anni”, ha spiegato De Priamo in collegamento con la trasmissione “Pomeriggio 24” su Rai News 24. “Materiale che potrebbe esserci utile perché non depositato in altri archivi né nei fascicoli processuali delle inchieste poi chiuse negli anni. Il nostro è un lavoro complicato, soprattutto di pulizia di questa vicenda drammatica dalle false piste prodotte nei decenni. Questa vicenda spesso sconfina nel macabro intrattenimento che allontana dalla verità.”
Nel corso del programma, l’avvocata Laura Sgrò, che assiste Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha ribadito di aver già menzionato l’esistenza di questo fascicolo nel corso della sua audizione dinanzi alla Commissione di inchiesta e di aver anche dichiarato di essere in possesso della copertina ma non del contenuto. Potrebbe trattarsi del medesimo incartamento?
“Io non penso sia lo stesso”, ha risposto De Priamo, “bisogna approfondire quanto segnalato da Sgrò ma secondo me è un’altra documentazione. Tendo a escludere che questo materiale sia stato depositato e poi sottratto, è più probabile che sia stato depositato già incompleto. Propendo per una desecretazione formale. Spero le autorità preposte ci possano aiutare: non posso neanche immaginare che questi fogli siano sottratti ma piuttosto saranno in possesso di autorità pubbliche”.
La scomparsa di Mirella Gregori? “Un caso non collegato”
Nel corso della trasmissione, è anche intervenuto il giornalista e scrittore Mauro Valentini sul caso di scomparsa spesso associato a quello della Orlandi “Credo ci siano grandissimi passi avanti per la storia di Mirella Gregori”, ha considerato. “La sua è una vicenda che attiene il suo quartiere, le sue amicizie. Diversamente, per Emanuela è ancora alta la preoccupazione di chi sa e non vuole far sapere o quel fascicolo non sarebbe vuoto”.
A proposito della Gregori, secondo Valentini “sono emerse incongruenze enormi da parte di chi ha detto cosa aveva fatto quel giorno: amici, persone legate al bar sotto casa di Mirella. Ci sono troppe incongruenze nelle loro testimonianze: la verità è lì, tra quei dieci o 15 personaggi. Quel giorno qualcosa è andato storto tra adolescenti, forse un’anima nera più grande ha gestito la cosa. La loro fortuna è stato il collegamento artificioso con la storia di Emanuela. Hanno cercato la Orlandi sperando di trovare anche Mirella mentre per quest’ultima tutto si poteva risolvere in 48 ore.”
Valutazione non priva di affinità con quanto ipotizzato da De Priamo. “Pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuela si attivano subito realtà internazionali con influenze pesantissime, fino a collegare a lei anche la precedente Mirella Gregori, inserita in un contesto in cui poco c’entrava”, ha detto. “La sua potrebbe essere una scomparsa a chilometro zero, lontana dalle logiche internazionali dell’attentato al Papa e dalle dinamiche geopolitiche dei blocchi contrapposti che entrano invece pesantemente, attraverso le telefonate dei presunti rapitori, nella scomparsa di Emanuela. Il collegamento tra le due ragazze è talmente debole tra che i telefonisti chiedevano loro informazioni loro su Mirella quando avrebbero dovuto darle.”
“Continuiamo a lavorare su quel triangolo territoriale per Mirella”, ha concluso il presidente della Commissione d’inchiesta. E, a proposito di possibili sviluppi nella ricerca dei documenti mancanti dal fascicolo rinvenuto presso l’Archivio Centrale: “Averne dato notizia mi dà la responsabilità di informarvi sul seguito.”