Roma. Fissato per martedì 10 ottobre, alle 16,30, in Senato, il voto per l’istituzione della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta finalizzata a indagare sulla scomparsa di Mirella Gregori, avvenuta a Roma il 7 maggio 1983 e di Emanuela Orlandi, verificatasi, sempre nella Capitale, il 22 giugno dello stesso anno.
Lo scorso 27 giugno si era dato conto del primo voto unanime dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato. Ora, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo e riferito in Aula dal presidente di turno Mariolina Castellone, si procederà dunque al voto finale. Lo ha reso noto, via social, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.
Se approvato, l’organismo sarà costituito da venti deputati e venti senatori e provvisto di poteri analoghi a quelli della magistratura inquirente. Potrà disporre di un appannaggio di 50 mila euro l’anno e dovrà concludere i lavori entro la fine della legislatura. Il disegno di legge che si voterà in Senato il 10 ottobre ricalca quello che ha già ricevuto il via libera della Camera.
Ad accogliere positivamente la notizia soprattutto il centrosinistra. Il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli si è detto “contento che finalmente la nostra proposta sia stata accolta”. Il collega Pd Dario Parrini ha commentato: “Ci siamo battuti per settimane affinché avvenisse la calendarizzazione, e quindi siamo molto soddisfatti. Confidiamo in un voto unanime da parte dell’Aula, così come quello espresso dalla commissione Affari costituzionali di cui sono vicepresidente, e in precedenza dall’aula di Montecitorio.”
Pietro Orlandi, riferisce il Corriere della Sera, ha condiviso la notizia senza aggiungere commenti, ma è noto che abbia da sempre auspicato che venisse ad esistenza l’organismo di inchiesta, denunciando in più di una circostanza presunte “pressioni” sullo Stato italiano da parte del Vaticano per bloccarne l’istituzione.
Certo, l’iter per l’approvazione della legge costitutiva si è rivelato, nei mesi scorsi, non privo di ostacoli. Il provvedimento presentato dal M5s, in accordo con il Pd, aveva ottenuto, alla Camera, 243 voti favorevoli su 243. In seguito a polemiche connesse con certe dichiarazioni rilasciate da Pietro su asserite sortite serali di papa Wojtyla dal Vaticano “non certo per benedire le case”, alcuni esponenti politici (da Matteo Renzi a rappresentati del centrodestra) si erano schierati contro la possibile istituzione della bicamerale e si era dibattuta l’effettiva opportunità di una sua attivazione, anche considerando che la scomparsa della cittadina vaticana costituisce attualmente oggetto di una indagine condotta di concerto tra la magistratura vaticana e quella italiana.