Teramo. Le risorse idriche costituiscono da sempre un bene primario, indispensabile per la vita nel globo terrestre, che purtroppo viene oggi messo a dura prova non solo dall’eccessivo surriscaldamento terrestre dovuto ai cambiamenti climatici ma anche dall’irresponsabile sfruttamento da parte dell’uomo.
Proprio per questo motivo, nel corso dell’anno 2023, il Gruppo Carabinieri Forestale di Teramo ha pianificato e realizzato una campagna di controlli finalizzata alla tutela delle risorse idriche in provincia di Teramo, nel tentativo di prevenire e contrastare i prelievi abusivi di acque pubbliche profonde e superficiali utilizzate per svariati scopi, contribuendo così a fronteggiare l’emergenza idrica che ha determinato lunghi periodi di siccità derivati dalla totale assenza di precipitazioni, in particolar modo nella scorsa stagione estiva. L’utilizzo delle risorse idriche mediante attingimento di acqua da fiumi e torrenti e ricerca di acqua sotterranea, è normativamente disciplinato e le sanzioni per chi non osserva le disposizioni vanno da 8000,00 a 50.000,00 €. Per la Regione Abruzzo, in particolar modo per la Provincia di Teramo, le concessioni ed autorizzazioni alla derivazione di acqua pubblica è demandata agli uffici del Genio Civile di Teramo, che ha il compito di predisporre il rilascio di concessioni per le grandi e piccole derivazioni di acqua pubblica da fiumi, torrenti e falde acquifere sotterranee tramite pozzi.
Militari dei dipendenti Nuclei Carabinieri Forestale hanno effettuato in tale contesto 84 controlli su varie captazioni per utilizzo idrico accertando in 17 casi, in diversi Comuni della Provincia, prelievi abusivi delle acque profonde e di superficie in assenza dei necessari titoli autorizzativi e comminando di conseguenza 26 sanzioni amministrative per un importo complessivo di € 92.400,00. Il prelievo non autorizzato di acqua, oltre a costituire un’attività illecita, pone in seria difficoltà non solo gli ecosistemi fluviali e di conseguenza la sopravvivenza degli organismi presenti nell’ecosistema, ma rappresenta anche un comportamento antisociale andando a minare la libertà di ognuno di noi di approvvigionarsi in maniera sostenibile di un bene primario.