Scanno. Ci troviamo a Scanno e la bellezza di questo luogo della provincia aquilana è intriso da numerevoli scorci caratteristici che da sempre affascinano i visitatori, soprattutto i pittori e i fotografi che, grazie alle visioni che hanno assorbito da questo posto incantato, vantano opere pittoriche e fotografiche davvero straordinarie. Tra i più noti Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin, hanno subito il fascino dei pittoreschi vicoli e delle suggestive angolazioni degne di essere attenzionate. Il borgo sorge nell’Alta Valle del fiume Sagittario, poco fuori i confini del Parco nazionale d’Abruzzo ed è una delle mete invernali più ricercate nella regione. Arroccato su di uno sperone di roccia si mostra nel suo splendore tra stradine, piazzette, vecchie case, fontane ed eleganti palazzi.
Architetture medievali e motivi barocchi affiorano in un percorso ad anello, definito dagli abitanti del borgo “ciambella”, che prende inizio dalla chiesa parrocchiale e vi ritorna dopo avervi portato all’esplorazione del centro storico. Imperdibile vi è poi il lago di Scanno che, come un turchese vi è incastonato in una paesaggistica mozzafiato e, con il suo caratteristico profilo a forma di cuore, esalta la natura circostante al cui interno vivono lupi, orsi, camosci e cervi. Ma focalizzandoci nel cuore del paese, come un faro punteremo i riflettori su di una bellissima statua monumentale in bronzo, si tratta di una donna scannese che indossa i tipici abiti tradizionali e di cui lo scultore Antonio D’Alessandro, residente in Venezuela, ne ha magistralmente reso omaggio alla visione di ogni passante.
Il pregevole monumento, è stato collocato nel 2006 alle spalle della chiesa di Santa Maria della Valle attraverso un referendum popolare informale, promosso dall’amministrazione comunale che ne ha determinato il posto di posizionamento. Questo bellissimo bronzo simboleggia l’esaltazione, nonché il vanto della tradizione scannese poiché è molto rappresentativo nei loro costumi. La statua, leggermente chinata in avanti, sembra volerci salutare al nostro arrivo per darci il benvenuto e, per intensificare il concetto di tradizione, nonché località e amore per la patria, sotto il braccio destro della stessa, vi è la famosa conca abruzzese che cinge con assoluta padronanza. Si tratta dunque, di una veduta folcloristica di notevole importanza che riflette come uno specchio la storia delle scannesi e, celebrando le parole dello storico Erodoto, possiamo carpirne ancor di più il senso e approfondirne le nostre propensioni tradizionali: “Se si proponesse a tutti gli uomini di fare una scelta fra le varie tradizioni e li si invitasse a scegliersi le più belle, ciascuno, dopo opportuna riflessione, preferirebbe quelle del suo paese: tanto a ciascuno sembrano di gran lunga migliori le proprie costumanze”.
Un’analisi che, certamente, si impregna di verità sul nostro tenero cuore, perché le nostre origini sono radici e le radici bisogna fortificarle di sentimento oltre che di buona consapevolezza, ragione per cui, con tutto l’amore che si possiede per le proprie tradizioni, il paese di Scanno con saggezza risplende di luce propria poiché interprete di se stesso e, senza imitazione alcuna, propaga le sue origini con un profilo unico, esemplare e di profonda ammirazione che, con la sua celebrativa statua e con le poliedriche espressioni locali infonde il suo percorso storico, beneficiando chiunque scelga di concedersi una tappa suggestiva.