Scanno. A Scanno, pittoresco borgo montano della provincia dell’Aquila noto per il suo lago a forma di cuore, si è spenta a 93 anni Adelia Nannarone, la più giovane delle tre donne che ancora oggi indossavano ogni giorno il costume tradizionale del paese. La sua scomparsa rappresenta una perdita profonda per l’identità culturale dell’intero Abruzzo.
Adelia aveva iniziato a vestire l’abito tipico nel 1952, giorno del suo matrimonio, e da allora non lo aveva più abbandonato. Né in casa, dove si prendeva cura delle tre figlie mentre il marito lavorava in miniera a Monteneve, né dietro il bancone della storica pasticceria di famiglia. “Il costume era molto costoso – ha raccontato la figlia Balbina all’ANSA – e le donne che si rifiutavano di indossarlo venivano considerate moderne; ma spesso erano motivi economici a determinare quella scelta”.
Il costume tradizionale di Scanno è un simbolo identitario forte, un abito ricchissimo e maestoso composto da circa dieci metri di stoffa pieghettata, un busto di lana noto come “comodino”, ornato da preziosi gioielli, e il “cappellitto” con lacci intrecciati sulla testa. Ancora nel Novecento, quasi tutte le donne del paese lo indossavano quotidianamente. Ma con il passare del tempo, anche a causa dei costi e della complessità di indossarlo, è diventato sempre più raro.
L’eredità di Adelia vive però nel ricordo e nell’esempio. “Era una manager ante litteram” – raccontano i nipoti Giuseppe e Davide Cetrone all’ANSA – “Gestiva con intelligenza le finanze di casa, prendeva decisioni importanti, investiva, acquistava case al mare, dove andava solo d’inverno, sempre in costume tradizionale”. Una figura di donna forte, moderna, risoluta. “Diceva sempre che alla sua morte saremmo dovuti andare al ristorante, per evitare un clima funereo”.
Oggi, con la scomparsa di Adelia, restano a tenere viva la tradizione la sorella Anna, 96 anni, e Margherita Ciarletta, 94. Il Comune di Scanno, consapevole del valore simbolico e storico del costume, ha recentemente avviato l’iter per il riconoscimento UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità.
“Ci rammarica la scomparsa della nostra cara concittadina – ha dichiarato il sindaco Giovanni Mastrogiovanni – che con orgoglio si faceva regale portatrice delle nostre tradizioni. Il suo ricordo continuerà a vivere nel senso di appartenenza della nostra comunità”.