Ortona. “Ci è stato assegnato il POS di Ortona, un porto molto distante dalle zone operative. Allontanare le navi ONG dal Mediterraneo centrale, dove ci sono molte imbarcazioni in difficoltà in questi giorni e dove muoiono migliaia di persone l’anno, è una pratica disumana.
Non si può dare soccorso in questa condizione, è necessario un coordinamento dalle autorità che consideri le navi ONG come asset fondamentali per coprire un tratto di mare che altrimenti resterebbe scoperto. Dopo il soccorso, è fondamentale che le persone a bordo vengano portate in un porto vicino per dare loro una giusta accoglienza nel minor tempo possibile.
È fondamentale che le navi ONG possano tornare nelle zone operative il più velocemente possibile”. Lo afferma Carlo Maisano, capomissione della Life Support di Emergency dopo lo sbarco dei 40 migranti in Abruzzo. Per l’organizzazione l’imbarcazione in vetroresina sulla quale si trovavano i naufraghi era partita dalla città di Khoms sulle coste della Libia verso le 3 del mattino del 19 agosto. Dopo circa 12 ore di navigazione, i naufraghi erano stati avvistati dall’asset aereo Sea Bird 2 di Sea Watch che aveva comunicato la loro posizione alla Life Support. La nave di EMERGENCY si è poi diretta alle coordinate ricevute per effettuare il soccorso. La Life Support ha compiuto un totale di 11 missioni nel Mediterraneo centrale dal dicembre 2022. Durante questo periodo ha soccorso un totale di 983 naufraghi.