Sant’Egidio alla Vibrata. Guido Mammarella, responsabile per la Regione Abruzzo del Movimento animalista, è intervenuto sull’ordinanza antiabbaio e obbligo di addestramento e condizionamento, iniziativa voluta dal sindaco di Sant’Egidio alla Vibrata. Con ordinanza numero 16 del 2 aprile 2021, infatti, il sindaco Elicio Romandini – al fine di evitare il disturbo della quiete pubblica specie nelle ore notturne – ha ordinato a tutti i proprietari di cani, a vario titolo, di adottare le misure e i sistemi educativi (corsi di addestramento antiabbaio, secondo le teorie del condizionamento) o altri strumenti educativi, ritenuti idonei per una pacifica convivenza e di adottare, in caso di insuccesso educativo, l’uso di dispositivi antiabbaio disponibili nel mercato specializzato, assolutamente innocui e che non producano stress e non comportino nessun rischio o dolore per l’animale. “Non vogliamo addentrarci nemmeno sulla genericità e sull’astrattezza dei sistemi educativi consigliati, dovremmo aprire una lunga parentesi per illustrare al sindaco”, ha affermato Mammarella, “l’infinità di pronunce dei giudici di merito e di legittimità che riconoscono il diritto dei cani ad abbaiare, come quelle che affermano l’illiceità di taluni sistemi educativi al limite dell’illegalità in quanto riconosciuti quale forma di maltrattamento. Tralasciamo pertanto tutti quegli aspetti di più stretta competenza del Tar, evitiamo pure i riferimenti agli articoli dei codici. Ciò che ci preme spiegare al sindaco è che non ha alcun senso pensare di condizionare un cane ad essere un animale educato fintanto che avrà proprietari maleducati e irresponsabili, esattamente come avviene per i bambini che si comportano e si esprimono nelle stesse modalità nelle quali si comportano ed esprimono le loro figure genitoriali di riferimento. Un cane che abbaia costantemente e incessantemente, specie nelle ore notturne, è infatti un cane che sta vivendo una situazione di disagio e sta chiedendo aiuto. Magari è un cane lasciato da solo in un sito abbandonato. Oppure è un cane richiuso fuori un balcone o legato a una catena o affetto da patologie dolorose, nell’assoluta indifferenza dei proprietari. Un cane non disturba a caso e non conosce la maleducazione tipica di noi umani che magari gridiamo nelle ore di riposo, teniamo alto il volume delle tv, scorrazziamo con rumorosi motorini notte e giorno. Probabilmente il sindaco è consapevole della sussistenza di situazioni di maltrattamento e di gestione non dignitosa dei cani da parte di alcuni suoi concittadini, visto che nelle premesse dell’ordinanza ricorda (e gliene si rende merito) che il loro benessere va tutelato evitando la loro detenzione in spazi angusti e malsani. A questo punto probabilmente la via d’uscita al problema dei cani ‘abbaioni’ è un’altra: vigili e faccia vigilare sulle modalità con le quali i cani sono tenuti dai loro proprietari e possessori, conformemente alle norme di legge nazionali e regionali che individuano le istituzioni comunali tra i cosiddetti organi di vigilanza sul benessere animale. Le norme che disciplinano il reato di disturbo della quiete pubblica già ci sono. E ci sono pure le norme che dispongono sul maltrattamento e la non corretta gestione degli animali da compagnia. Non c’è bisogno alcuno di corsi di educazione di non meglio precisata tipologia per i nostri amici animali. Magari un corso per gli esseri umani, volto ad acquisire nozioni di possesso responsabile, quello sì. Se vuole troverà molteplici associazioni animaliste nel territorio disponibili a rendere corsi gratuiti ai cittadini (a proposito, ma i cittadini di Sant’Egidio alla Vibrata, nonostante la grave crisi economica acuita dalla pandemia in corso, sono tutti così benestanti da potersi permettere corsi con educatori cinofili?). Un ultimo dubbio ci pervade”, ha concluso Mammarella: “Come vorrà gestire il sindaco il disturbo arrecato dai gatti con il loro miagolio notturno nella stagione degli amori? Magari una nuova ordinanza che possa insegnare ai felini di accoppiarsi in modo silenzioso?”.