L’Aquila.”Il livello di severità nelle condanne di primo è stato eccessivo”. Così il procuratore generale della Corte d’Appello dell’Aquila, Ettore Picardi, nel corso della requisitoria nel processo di Appello sulla sanitopoli abruzzese che nel 2008 fece cadere l’allora giunta regionale di centro sinistra guidata da Ottaviano Del Turco, arrestato insieme ad alcuni suoi assessori e condannati in primo grado per associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso. Il Pg ha chiesto pene più miti secondo quanto si è appreso, sulla scorta delle sopravvenute prescrizioni, della trasformazione della corruzione in induzione riferito al gruppo Del Turco nei riguardi di Vincenzo Angelini e alla rilettura del processo di primo grado. Più volte nel corso della lunga requisitoria Picardi ha evidenziato non solo la figura centrale del “re” delle cliniche private abruzzesi “come correttamente evidenziata dalla sentenza di primo grado”, ma anche le “sue dichiarazioni la cui attendibilità è stata messa alla prova. La sentenza ” ha aggiunto “ha valorizzato l’aspetto della genesi delle sue dichiarazioni. Gli elementi (come ad esempio le dazioni di denaro), sulle varie vicende descritte con l’aiuto di appunti, sono state dettagliate, perché impresse nella sua memoria, ripetute nel tempo. Sulle sue dichiarazioni numerosi sono stati i testimoni che hanno avallato la tesi accusatoria, come ad esempio la moglie, gli autisti ed i dipendenti che prelevavano il denaro oggetto delle dazioni. Ci sono anche scontrini autostradali dalla costa al casello Aielli-Celano, e foto di incontri con Del Turco e puntualmente ci sono prelievi di denaro che coincidono con i viaggi. Per questi reati” ha spiegato ancora il Pg “non conta la dimostrazione del passaggio di denaro, qui si parla di riscontri e in tal senso esiste una pletora di elementi”. Vincenzo Maria Angelini, imputato e grande accusatore di Del Turco nella più grande inchiesta sulla sanità abruzzese, esce dal processo per avvenuta prescrizione. Lo ha annunciato lo stesso Pg della Corte d’Appello dell’Aquila, Ettore Picardi, nel formulare le richieste, al termine della requisitoria durata due ore. Condannato in primo grado alla pena di 3 anni e mezzo di reclusione per corruzione, abuso d’ufficio, truffa e falso, per il “re” delle cliniche abruzzesi, il Pg ha pronunciato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nell’ambito del processo in secondo
grado su presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. “Ritengo che non si possa aderire in pieno a quelle che sono state le valutazioni dei colleghi che hanno richiesto le condanne e di quelli che hanno effettuato le decisioni di primo grado, quindi ci sarà una diminuzione delle stesse in quanto mi pare più in linea con i precedenti giudiziari tenere conto della pena giusta e non spettacolarmente esemplare, secondo il mio modo di vedere”. Lo ha detto in aula il Pg della Corte d’Appello dell’Aquila, Ettore Picardi al termine della requisitoria durata due ore, e prima di elencare le richieste, nell’ambito del processo su presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. Per l’ex presidente della Regione Abrzzo, Ottaviano Del Turco, condannato in primo grado a 9 anni e sei mesi, il Pg Picardi ha chiesto la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione, per l’ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga (9 anni in primo grado), sei anni di reclusione, per l’ex capogruppo regionale del Pd, Camillo Cesarone (9 anni in primo grado ) sei anni e sei mesi di reclusione, per Lamberto Quarta, ex segretario generale dell’ufficio di presidenza della Regione Abruzzo, (condannato a 6 anni e mezzo in primo grado), 5 anni e sei mesi di reclusione. Per gli ex assessori Bernardo Mazzocca (2 anni in primo grado) e Antonio Boshetti (condannato a 4 anni di reclusione in primo grado) chiesti rispettivamente un anno e due mesi di reclusione e tre anni di reclusione. Ad accusare Del Turco l’ex titolare della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, imputato e allo stesso tempo parte offesa nel processo, che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelò ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. Nello specifico, Del Turco è accusato insieme a Camillo Cesarone e a Lamberto Quarta di aver intascato ‘mazzette’ per cinque milioni e 800 mila euro. L’ex governatore finì in carcere a Sulmona (L’Aquila) per 28 giorni e trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari. Dopo questa vicenda si dimise e in Abruzzo si tornò alle urne con la vittoria del centrodestra guidato da Giovanni Chiodi. Secondo il calendario fissato nella prima udienza dal presidente del collegio giudicante, Luigi Catelli (affiancato da Luigi Cirillo e Armanda Servino), dopo la requsitoria di Picardi, il turno delle parti civili pubbliche, che sono la Regione e le quattro Asl, quindi di quelle private, che sono le cliniche Pierangeli, Villa Serena, Villa Letizia, Spatocco e la loro associazione Aiop. Non c’era invece di Vincenzo Angelini, che nello stesso processo veste anche il ruolo di imputato, condannato in primo grado a 3 anni e mezzo, e la cui partecipazione verrà condensata in un’unica e futura udienza. Rimanendo nell’ambito delle richieste, Picardi ha chiesto la condanna per quattro imputati che in primo grado erano stati assolti. Si tratta di Gianluca Zelli, Sandro Pasquali, Giampiero Di Cesare ed infine Fabio De Concilio. Per il primo chiesti 4 anni e mesi 2 di reclusione; per il secondo imputato 1 anno e due mesi di reclusione; per il terzo la condanna ad un anno e due mesi di reclusione per il quarto, dieci mesi di reclusione. Per Francesco Di Stanislao, condannato in primo grado a due anni di reclusione, il Pg ha chiesto la condanna ad un anno e due mesi di reclusione. Ridimensionate le richieste anche per gli imputati per il reato di associazione per delinquere. Le condanne sono state richieste per il solo Del Turco, Quarta e Cesaroni. In primo grado dalla stessa accusa erano stati coinvolti anche Bucciarelli, Cosenza, Mazzocca, Boschetti e Di Stanislao. Tra questi Bucciarelli e Cosenza erano stati assolti.