Pescara. Altro che débâcle, la sanità pubblica nella Asl di Pescara è sempre più proiettata verso un de profundis che richiede una cura drastica, radicale, immediata, per evitare che si realizzi il disegno dei vari esponenti della restaurazione organizzata dal centrodestra per favorire la sanità privata prima ancora di quella convenzionata.
I dati di maggio 2023, che la commissione sanità dell’unione comunale del Partito democratico ha ricavato come sempre dalle tabelle ufficiali del portale Sanità Regione Abruzzo, sono spaventosi fino a far prefigurare un blocco totale di molte prestazioni. Alla Asl di Pescara, un dato su tutti, ormai bisogna attendere 110,8 giorni in media per visite, esami etc. Con un ritardo abissale con Teramo, 16,8 giorni, e Chieti, 26,9.
A maggio le prestazioni sono state in totale 11305 di cui ben 2850 proiettate oltre i 120 giorni di attesa. Il che significa che ci sono singole prestazioni erogate oltre i 600, diconsi 600, giorni di attesa e i 250. La regina in negativo di questa proiezione verso il baratro assistenziale resta la colonscopia che si attesa su una attesa di 478 giorni medi.
La commissione sanità del Pd, in testa il segretario dell’unione comunale Antonio Caroselli, chiama direttamente in causa non solo il direttore generale della Asl di Pescara e l’Assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, ma anche il sindaco di Pescara, che, sia pur in tutt’altre faccende affaccendato (lo scandalo con gli arresti in Comune per corruzione e droga nell’ambito degli appalti pubblici) ha il dovere istituzionale di intervenire sull’assetto sanitario di Pescara e provincia in quanto presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl pescarese.
Ma finora Masci ha fatto finta di niente nonostante i nostri costruttivi interventi, sollecitazioni proiettate peraltro non solo verso la denuncia di questa situazione aberrante che mortifica i cittadini e le istituzioni, ma in direzione di proposte da rendere operative subito per superare questo stato di crisi che certo le scelte sempre più padronali del governo Meloni non aiutano a risolvere.
I sindacati medici, in totale accordo, hanno già denunciato lo scandaloso livello delle liste di attesa che, oltretutto, di riflesso stanno devastando l’organizzazione degli ospedali e, in particolare, dei pronto soccorso, costretti ad accogliere ricoveri che altrimenti i reparti non sono in grado di smaltire, considerate le gravissime carenze di personale medico e paramedico. Argomenti di attualità stringente al centro della manifestazione nazionale a Roma, indetta dalla CGIL per sabato 24 giugno, la prima organizzata in grande stile dopo tanto tempo, a conferma della crisi galoppante riassunta purtroppo nelle statistiche dei Cup r