Pescara. Cambio ai vertici della Sanità abruzzese: l’ingegnere Camillo Odio prende il posto della dottoressa Emanuela Grimaldi come nuovo capo del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo.
A intervenire con parole critiche è l’On. D’Alfonso, che commenta: “Davvero, vista da Roma, la Sanità abruzzese si riduce a una questione di nomi da cambiare? Davvero chi oggi governa la Regione Abruzzo pensa di poter trattare i cittadini come spettatori distratti, pronti ad accettare la rimozione di un dirigente scomodo come se fosse un semplice avvicendamento tra figure apicali?”
“La sostituzione della dottoressa Grimaldi non è un semplice cambio di poltrona: è l’ennesimo segnale di una gestione sempre più fragile e discutibile di un settore strategico. Il centrodestra, invece di trovare il ‘vaccino’ per debellare la malattia, continua a somministrare ai cittadini una semplice aspirina, sufficiente solo a calmare la febbre temporaneamente, mentre il sistema sanitario resta esposto.”
“D’Amario sembrava la soluzione ai problemi della domanda sanitaria. Poi si è provato a commissariare il Dipartimento con la dottoressa Valenza, figura discussa ma proposta come capo di una struttura di missione. Infine, è arrivata la dottoressa Grimaldi, figura che nei corridoi appariva in seconda fila ma che in realtà doveva gestire buchi e criticità senza poter davvero intervenire.”
“Ora arriva l’ingegnere Odio, travolto da richieste che servono più a negare la realtà che a risolverla, mentre i cittadini sono indotti a credere che tutto si sistemerà con il semplice cambio di nomi e stagioni. Nessuno pensa a un’operazione verità.”
“Come si può accettare che una staffetta a quattro sia la soluzione a un dramma che si consuma negli uffici assolati di via Conte di Ruvo e nelle Direzioni sanitarie, dove si taglia a chi lavora in corsia e si elargisce a chi governa le carte politiche? Intanto, il debito aumenta, la Sanità reale peggiora e quella percepita va ancora peggio.”
“Il compito di Odio sarà difficile: coniugare una politica degli ospedali aperti ma con prestazioni chiuse, reparti dirigenzializzati ma con letti insufficienti, pronto soccorso ingigantiti ma con attese infinite. Prima di firmare carte e decreti, l’ingegnere dovrebbe installare una ‘webcam’ sulle richieste assurde che da mesi corrono sulle linee telefoniche della Regione, minando l’autonomia di Asl e Dipartimento Sanità. L’autonomia decisionale è una risorsa fondamentale, sottolineata anche dal Tavolo di Monitoraggio (MEF – Salute – Regione), per evitare di ripetere gli errori dei lunghi anni 2000, pagati soprattutto dagli abruzzesi.”