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Ruzzo Reti: acqua sempre potabile, Asl chiarisca motivo divieto. Brucchi: sistema idrico vulnerabile

Redazione Centrale di Redazione Centrale
13 Maggio 2017
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Teramo. Ruzzo Reti spa rassicura i suoi utenti. “Nell’acqua proveniente dall’invaso del Gran Sasso non sono stati mai riscontrati valori sopra la soglia consentita in nessuno degli elementi che era necessario monitorare, anche nei campioni prelevati l’8 maggio, la cui non conformità di odore e sapore ha fatto scattare l’ordinanza della Asl di Teramo e i conseguenti provvedimenti di divieto di uso potabile” in 32 comuni della provincia Teramana, capoluogo compreso. Allo stesso tempo, il gestore unico del ciclo integrato delle acque nell’ATO Teramano n.5 chiede di “fare chiarezza sulle procedure usate dalle autorità sanitarie” e annuncia che valuterà le azioni per tutelare il territorio e il suo patrimonio. “Anche le analisi dell’8 maggio compiute dall’Agenzia regionale di tutela ambientale, e ricevute dalla nostra società soltanto nella tarda serata di ieri, hanno avuto esito negativo” spiegano i vertici del Ruzzo che ribadiscono: “tutti i controlli hanno dato sempre, dal punto di vista chimico­fisico, esito negativo, in particolare quelli ripetuti per ben 6 volte tra il 9 e il 10 maggio”. Poi, Ruzzo Reti chiarisce che circa le notizie circolate sulla presunta non potabilità dell’acqua il 4 e 5 maggio (prima, quindi, del divieto, durato 12 ore) per la presenza di toluene, “tracce di tale sostanza, secondo analisi eseguite dall’Arta per conto della Asl di Teramo e l’autocontrollo svolto dalla nostra azienda attraverso il laboratorio accreditato, erano presenti in misura molto più bassa rispetto ai limiti prescritti e comunque sempre tale da garantirne il pieno e sicuro utilizzo a fini idropotabili. Come confermato anche dal’Istituto Superiore di Sanità, infatti, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha stabilito per questa sostanza un valore limite nell’acqua destinata al consumo umano pari a 700 microgrammi/litro, dunque 37 volte superiore al valore massimo riscontrato il 5 maggio e pari a 18,6 microgrammi/litro”. Da qui, la richiesta alle autorità competenti di fare chiarezza su cosa “abbia determinato con esattezza l’improvvisa decisione di sospendere l’approvvigionamento dalla sorgente del Gran Sasso e dichiarare la non potabilità dell’acqua, generando caos e panico tra i cittadini”.

Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, chiede “chiarezza, trasparenza e verità sull’episodio dell’acqua non potabile” captata dal Gran Sasso e fa sapere che, come massima autorità sanitaria del territorio, ha chiesto ufficialmente ad Asl, Arta e Ruzzo Reti i documenti relativi a prelievi e analisi effettuate dal primo Maggio a oggi nonché informazioni sulle procedure da adottare “in caso di emergenze di interesse pubblico”. Per il sindaco, l’8 maggio “qualcosa non ha funzionato nella catena che dovrebbe prevedere un’attività di informazione di primo grado tra enti interessati e poi alla cittadinanza; con una cura particolarmente attenta della diffusione esatta di dati e informazioni”. In ragione della sua attribuzione pubblica in termini di politica sanitaria, Brucchi informa che parteciperà a una riunione indetta dal presidente della Ruzzo Reti, Antonio Forlini, in merito alla situazione di emergenza. A proposito poi della vulnerabilità del sistema idrico del territorio, il sindaco ricorda che questo “purtroppo non è l’unico episodio registrato negli anni. E’ fondamentale comprendere quali siano i punti deboli che hanno determinato tali situazioni e vanno prese immediatamente misure appropriate” per “ridurre al minimo il rischio che si ripetano tali eventi”. Per la verifica degli aspetti sanitari il sindaco Brucchi rende noto di aver interessato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ieri in visita a Teramo. Nei prossimi giorni solleciterà il ministro Graziano Delrio per chiedere la messa in sicurezza dell’intero sistema infrastrutturale connesso alla captazione e distribuzione delle nostre acque. “La cittadinanza è giustamente preoccupata ­ conclude Brucchi in una nota ­ e ritengo che siano necessarie la massima chiarezza e trasparenza affinché i cittadini possano riacquistare fiducia e tornare a utilizzare le nostre acque, peraltro particolarmente apprezzate fino a poco tempo fa, in termini di sapore e salubrità”.

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