Pordenone. Il corpo senza vita di Giulia Cecchettin è stato recuperato questa mattina dai vigili del fuoco in un canalone tra la zona del lago di Barcis e Piancavallo. La giovane risultava scomparsa da una settimana, insieme all’ex fidanzato Filippo Turetta.
Secondo la ricostruzione proposta dalle forze dell’ordine, Filippo avrebbe abbandonato Giulia sul bordo della strada, lasciandola rotolare lungo un dirupo per circa cinquanta metri, fino a quando il corpo sarebbe appunto giunto fino al canalone. La strada in cui Giulia è stata rinvenuta viene chiusa durante il periodo invernale, fino al 15 aprile, perché impraticabile. Dettaglio, questo, di cui – è stato osservato – il giovane avrebbe potuto non essere a conoscenza. Dopo il ritrovamento, portato a termine con l’aiuto di un’unità cinofila della Protezione civile, sono stati condotti i necessari rilievi da parte dei Ris.
A quanto emerso dall’esame cadaverico effettuato dal medico legale Antonello Cirnelli alla presenza del sostituito procuratore di Pordenone Andrea Del Missier, Giulia Cecchettin è stata uccisa da alcune coltellate inflittele alla testa e al collo.
La scomparsa
Il giorno della scomparsa, sabato 11 novembre, doveva essere dedicato alla preparazione della festa di laurea in Ingegneria Biomedica di Giulia, prevista per giovedì 16 all’università di Padova. Quasi tutto pronto, il rinfresco, gli inviti, il vestito. Mancavano solo le scarpe. L’ex fidanzato di Giulia, Filippo Turetta (la loro relazione si era conclusa, per volontà di lei, lo scorso agosto) era passato a prenderla a casa dopo le 18 con la sua auto, una Fiat Grande Punto nera. Destinazione, il centro commerciale di Marghera “Nave de Vero”.
Ore 20: i due giovani vengono ripresi dalle telecamere del McDonald’s del centro commerciale, mentre cenano, apparentemente tranquilli. Ore 22,43: Giulia invia un messaggio via Whatsapp alla sorella Elena, chiedendole un parere sulle scarpe acquistate. Elena risponde subito, ma Giulia rimane in silenzio. “Non era la prima volta che succedeva, a volte le si scaricava il cellulare e quindi non mi sono preoccupata”, la dichiarazione della sorella di Giulia, riportata dal Corriere della Sera.
Ore 23: i cellulari di Giulia e Filippo agganciano per l’ultima volta una cella telefonica, quella di Fossò. Poi, il buio, la scomparsa.
Ciò che mostrano le telecamere
La svolta nelle indagini arriva giovedì mattina, in maniera casuale. La telecamera stradale a Piancavallo, rimasta ferma quattro giorni per manutenzione, viene rimessa in funzione. Nel frattempo, il software aveva continuato a registrare. Acquisendo, tra l’altro, le immagini della notte tra sabato e domenica. Che mostrano la Fiat Punto nera di Filippo.
Verso le 23,30 di sabato, le telecamere poste nella zona industriale di Fossò, a pochi chilometri da Vigonovo, avevano immortalato l’aggressione posta in essere da Filippo nei confronti di Giulia. Una prima colluttazione, fuori dall’auto. La ragazza a terra, presa a calci. La sua invocazione d’aiuto, “mi fai male”. La macchina che riparte. Giulia, rialzatasi che tenta di allontanarsi. Filippo che la riafferra alle spalle, la colpisce, facendola di nuovo cadere a terra.
Necessari accertamenti
La mattina dopo, in loco, i Carabinieri repertano chiazze di sangue, una ciocca di capelli, un pezzo di nastro adesivo. Filippo iscritto nel registro degli indagati, un decreto di perquisizione ieri ha portato i Carabinieri a Torreglia, in provincia di Padova, in casa dei genitori del ragazzo. Ipotesi di reato: tentato omicidio, che ora si tramuterà probabilmente in omicidio. L’esatta tipologia – preterintenzionale, volontario, premeditato – potrà forse risultare chiara all’esito dell’esame autoptico. “L’impostazione dell’indagine”, ha dichiarato all’Ansa Bruno Cherchi, il procuratore di Venezia, “è cambiata con il ritrovamento del corpo; adesso faremo tutti gli accertamenti del caso, sarà disposta un’autopsia per accertare esattamente le cause della morte e quindi quegli accertamenti che sono ‘tutelati’.” Ed è “necessario che si facciano gli accertamenti con il Dna per vedere la compatibilità.”
Le reazioni
E proprio Cerchi ha comunicato la notizia del ritrovamento di Chiara alla famiglia. Per Gino Cecchettin, il papà della giovane, i fratelli di Giulia, Elena e Davide, è stato un durissimo colpo. Sono rimasti tutto il giorno chiusi in casa. Gino Cecchettin si è solo recato, per pochi minuti, presso la locale caserma dei Carabinieri. “Ora è solo il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia” ha detto l’avvocato Stefano Tigani, dichiarando comunque che, per i Cecchettin, dovranno essere “individuate le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda.”
E, dopo la conferma della morte di Giulia, il cugino Giovanni, ha commentato: “Non c’è più niente da dire, Filippo ha ucciso mia cugina. Spero che trovino quel vigliacco, se non si è già ammazzato anche lui.”
La notizia del ritrovamento è giunta anche ai genitori di Filippo Turetta. “Gli è crollato il mondo addosso”, sono le parole dell’avvocato del ragazzo, Emanuele Compagno. Il legale ha inoltre riportato l’appello che la madre e il padre hanno rivolto al figlio: “Filippo, consegnati alle forze dell’ordine, così puoi spiegare cos’è successo.” Anche il procuratore Cherchi si è rivolto direttamente al giovane: “Si costituisca, per poter dare la propria versione dei fatti. Sarebbe importante anche per lui. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca.”
“Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso”, ha commentato su Facebook la premier Giorgia Meloni, “e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile. Riposa in pace.”