Bussi sul Tirino. “Malgrado le dichiarazioni del Presidente Marsilio e del Sindaco del Comune di Bussi, che avevano annunciato l’inizio dei lavori di bonifica per il 1° ottobre 2022, a distanza di 10 mesi il risanamento delle aree ex 2A e 2B non solo non è stato ancora avviato, ma difficilmente partirà, considerate le evidenti difficoltà nella sottoscrizione del contratto con il soggetto privato aggiudicatario”, ha dichiarato Antonio Blasioli, consigliere regionale Pd.
“A confermarlo”, prosegue, “è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che in una nota datata 16 giugno 2023, inviata in risposta ad una nostra richiesta di accesso agli atti, ha certificato come nonostante siano state espletate la verifica dell’organismo di controllo accreditato (società di valutazione) – a norma dell’art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016, pervenuta il 7 novembre 2022 – e le varie attività finalizzate alla redazione del contratto, la ditta a cui è stato demandato il risanamento, la RTI Dec Deme, non ha ancora presentato la garanzia fideiussoria, e quindi non è stato sottoscritto alcun contratto”.
“In realtà, stando a notizie assunte in via informale e da verificare, ci risulta che RTI Dec Deme abbia richiesto un’integrazione dell’importo contrattuale di oltre 10 milioni di euro, a fronte di un progetto aggiudicato per 35 milioni e in mancanza delle indagini integrative propedeutiche alla progettazione esecutiva. Occorre infatti ricordare che, semmai si riuscisse a sottoscrivere il contratto con RTI Dec Deme, la road map prevede una nuova caratterizzazione dell’area e la predisposizione del progetto esecutivo, tappe che richiedono più di un anno di tempo e celano una serie di rischi che come Gruppo Regionale del Partito democratico abbiamo sempre prospettato. Per questo motivo vogliamo rivolgere alcune domande al Presidente Marsilio:
- Arta Abruzzo comunica ad ogni piè sospinto che il SIN continua ad avere alti valori di inquinamento. La bonifica delle aree ex 2A e 2B è dunque necessaria ed era stata promessa ad ottobre 2022, mentre ad oggi non è ancora stato sottoscritto il contratto. Come si sta muovendo il Governo Meloni per risolvere questo problema?
- Sulla base di un divieto previsto dall’art. 106 comma 7 del D.Lgs. 50 del 2016, qualora si dovesse sottoscrivere il contratto, fermo restando l’enorme ritardo, e l’importo dei lavori dovesse superare il 50% dell’importo di gara, quindi essere superiore a 15 milioni di euro, non sarebbe possibile dare inizio ai lavori. Il Presidente Marsilio è al corrente di questo vincolo? Chi risarcirà l’Abruzzo per queste scelte scellerate e per il tempo perso con l’inquinamento in corso?
- Il Presidente Marsilio è a conoscenza dell’Accordo di Programma sottoscritto il 3 maggio 2017 tra MATTM e Regione Abruzzo, che all’art. 4 pone a carico della Regione le somme in più rispetto ai 38 milioni residui dello stanziamento della L. 10/2011? Sa che senza questi fondi non si potrà proseguire con la bonifica?
- Com’è possibile che, a fronte di due siti differenti (Tre Monti e ex 2A e 2B) ma di un unico soggetto inquinatore (Edison), nel primo caso la bonifica sia stata demandata ad Edison mentre nel secondo si sia scelto di procedere con un soggetto privato che agisce per mezzo di fondi pubblici stanziati con la L. 10/2011?”.
“Dopo gli annunci trionfali e per nulla avveduti di un’imminente bonifica”, spiega Blasioli, “è bene che Fratelli d’Italia, il partito che guida sia la Regione che il Governo Nazionale, ponga rimedio a questo pasticcio. Vogliamo dedicare inoltre un secondo passaggio all’Accordo siglato tra Provincia di Pescara ed Edison – contenuto nel Decreto del Presidente della Provincia di Pescara n°60 del 22 maggio 2023 -, con particolare riferimento ai 3 milioni di euro che il Presidente De Martinis ha prima accettato e poi destinato, contestualmente all’Accordo transattivo, al completamento del Liceo Marconi di Pescara”.
“Alcuni aspetti meritano di essere approfonditi:
- Malgrado la formale decisione del 2018 di richiedere i danni ad Edison, in questi 5 anni la Provincia a guida centro-destra non ha mai promosso azioni civili contro il soggetto inquinatore, come invece ha fatto la Regione Abruzzo (con il governo di centro-sinistra) nella causa che ci vede difesi dall’Avv. Cristina Gerardis;
- Per affermare che il contenzioso sarebbe rischioso nell’Accordo transattivo si adducono motivazioni molto “leggere”: la decisione verrebbe rimessa ad un giudice e occorrerebbe del tempo, senza tuttavia esplicitare che il ricorso ad un giudice è previsto dal nostro ordinamento e che il tempo necessario sarebbe stato forse inferiore ai 5 anni trascorsi senza che la Provincia intentasse l’azione civile;
- L’ammontare quantificato, pari a 3 milioni di euro, non poggia su elementi oggettivi;
- Sulla base di quali aspetti il Presidente De Martinis ha scelto di convogliare i 3 milioni sul liceo Marconi di Pescara?
Sono stati interpellati i Sindaci dei Comuni facenti parte del SIN, ovvero Bussi sul Tirino, Popoli, Tocco da Casauria, Castiglione a Casauria, Alanno, Bolognano, Torre dei Passeri, Scafa, Manoppello, Rosciano? Perché non sono stati destinati ad esempio a Bussi sul Tirino, che senza dubbio ha patito i danni di immagine più rilevanti e che meriterebbe numerosi interventi di rigenerazione urbana?”, si domanda il consigliere.
“Perché non a Bolognano, che avrebbe così potuto risolvere tutti i problemi relativi alla bonifica del sito ex Montecatini? Oppure perché non sono stati impiegati per condurre un’accurata indagine epidemiologica o finanziare il Registro dei tumori? Nulla in contrario rispetto agli investimenti a favore di una scuola, ma avremmo ritenuto più opportuno finanziare interventi di rigenerazione sul territorio inquinato, anche in ossequio alle dichiarazioni di Edison”, afferma Blasioli.
“Noi abbiamo sempre sostenuto il principio secondo cui chi inquina paga”, dice Pino De Dominicis, già Presidente della Provincia, intervenuto in conferenza stampa. Oltretutto Edison si era dichiarata disponibile alla bonifica, per cui non comprendiamo la regione di questa disparità. Nel frattempo la bonifica dell’area Tre Monti è quasi terminata, mentre per le aree ex 2A e 2B, anche qualora si dovesse riuscire a sottoscrivere il contratto, si prospettano ostacoli insormontabili. Siamo ancora in tempo per convocare un tavolo politico e adottare la soluzione più idonea”.