Pescara. “Quanto accaduto in via Piave non ha sortito effetti gravi proprio per la presenza massiccia di sei agenti di polizia municipale e di due ufficiali in borghese che sono tempestivamente intervenuti ed evitato che un duello tra due delinquenti, dove sono apparsi anche dei coltelli, divenisse una rissa di gruppo. Poteva finire peggio ma grazie a questi controlli ciò non è avvenuto”. Il sindaco di Pescara Carlo Masci ha replicato così questa mattina in consiglio comunale al proponente dell’ordine del giorno, Giacomo Cuzzi (Pd), in cui si chiedeva una maggiore presenza di forze dell’ordine, la modifica dell’ordinanza emessa dal primo cittadino e quindi la disposizione di orari più lunghi di chiusura (fino alle 2 nel weekend) per i locali della cosiddetta movida.
“Parlare di mancanza di vigilanza non risponde al vero e diffonde notizie fuorvianti – ha continuato il primo cittadino – ricordo a tutti che questi servizi sono concordati su altri tavoli, come quello del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, quindi con il prefetto, il questore e i rappresentanti delle forze dell’ordine. In ogni caso sarò il primo a chiedere di intensificare la presenza di agenti di pubblica sicurezza negli orari e nei giorni più sensibili”.
Riguardo alle ordinanza di sabato, “il principio è quello della progressività delle decisioni – ha proseguito Masci – perché questo ci permette di comprendere il percorso della pandemìa e quindi di monitorare la piena sostenibilità della ripresa delle attività dei locali. Oggi viviamo in un mondo diverso rispetto a quattro mesi fa e a quindici giorni fa. Non possiamo permetterci errori, questo è chiaro, ma dobbiamo avere allo stesso modo la capacità di contemperare la necessità delle attività economiche con quelle dei residenti. Ecco perché ogni mia decisione deve avere uno spazio e un tempo”. Infine Masci ha parlato nello specifico delle misure contro il rischio di ripresa del contagio: “Fa specie che i consiglieri d’opposizione non abbiano compreso che le ordinanze sono l’unico modo per regolare e disporre misure che favoriscano la tutela della salute dei cittadini. Va contrastato il degrado dei costumi, ma anche tutelati i cittadini rispetto al rischio di contagio. Ricordo a me stesso e a voi in particolare cosa è accaduto il 1° maggio: dopo essere stato etichettato per giorni e settimane come il sindaco-sceriffo che aveva interdetto il lungomare di Pescara, nel giorno della Festa del Lavoro, semplicemente perché avevo riaperto la riviera riallineandomi ai decreti del governo Conte, ho subito un vero e proprio linciaggio. Oggi posso dire che dopo 15 giorni rispetto a quella data nulla di pericoloso si era verificato in senso sanitario, lo stesso dopo 30 e ancor di più oggi dopo 45 giorni. Quindi avevo ragione allora come ho ragione oggi e questo mi dà la forza di lavorare e andare avanti per il bene dei miei concittadini e degli imprenditori che gestiscono i locali. Le risposte stanno sempre nei fatti. E noi queste decisioni le abbiamo prese”.