Chieti. In merito alla posizione di numerosi amministratori comunali per tributi impagati, si registra il comunicato dell’Assessore alle finanze di Chieti, Valentina Luise. “Da notizie riportate sulla stampa di oggi leggo che “dalle carte riservate della Teateservizi” emergerebbero posizioni debitorie di numerosi amministratori, assessori e consiglieri, per tributi comunali impagati, anche per importi rilevanti e risalenti nel tempo, per i quali solo ora ci si sarebbe attivati.
Al di là di ogni considerazione sull’ennesima fuga di dati tutelati dalla legge sulla privacy da parte della Società partecipata, questione già sollevata in precedenza e che richiede immediati interventi in altre sedi, ci si chiede come mai vengano avviate solo ora le previste procedure di recupero coattivo, trattandosi, da quanto si legge, di solleciti relativi anche al 2011”.
È il commento dell’Assessore alle Finanze del Comune di Chieti, Valentina Luise. «Ma allora, cosa ha fatto in tutti questi anni la Società? Perché non ha ottemperato correttamente al lavoro che è chiamata istituzionalmente a svolgere? – prosegue l’Assessore Luise -. Come è possibile che solo ora si accorga che deve incassare somme anche cospicue, a prescindere che i debitori siano amministratori o semplici cittadini? Se quanto si legge corrisponde al vero, evidenzio per l’ennesima volta la gravità della situazione e l’acclarata incompetenza della Società nello svolgere il compito per il quale è stata creata: è addirittura autocertificata la sua totale inadeguatezza nei controlli e nella gestione dei tributi comunali affidati, posto che persino un consigliere comunale sarebbe …. “irreperibile”.
Dovrebbe essere un punto di merito della Società assicurare che (da ora in poi?) “non ci siano sconti”? Dovrebbe giustificare la sua permanenza sul mercato il non saper recuperare correttamente le somme di un moroso, a maggior ragione se si tratta di persona nota? Si deve quindi definitivamente prendere atto che fino ad oggi, tenuto conto anche di quanto riferito dal nuovo collegio sindacale, il pressapochismo lavorativo è stato il vero ‘modus operandi’ denunciato più e più volte da parte anche della sottoscritta.
Sostenere che “gli accertamenti della Teateservizi non sono rivolti soli ai politici ma fanno parte di un maxi controllo che ha l’obiettivo di riempire le casse vuote del Comune”, è una summa di ignoranza amministrativa sbandierata dalla stampa ai quattro venti, considerato che il cosiddetto “maxi controllo” dovrebbe rientrare nell’attività quotidiana e ordinaria della Società. Quindi un atto dovuto in base al contratto di affidamento del servizio alla società in house.
Scrivere che ci sono “i furbetti del Comune”, senza specificare nome e cognomi, equivale ad accomunare indistintamente chi paga regolarmente il dovuto e chi invece svicola, ad esempio opponendosi in giudizio. Scrivere che “c’è chi è capace di destreggiarsi tra le intimazioni di pagamento” equivale a buttare fango nel mucchio e una notizia siffatta ha l’evidente intento di screditare tutta la classe politica locale.
È evidente e indiscutibile che gli amministratori comunali non possono e non devono avere trattamenti diversi da quelli riservati a qualunque altro contribuente. Anzi, ove fosse confermata la notizia, trattandosi di pubblici ufficiali, le conseguenze sarebbero ancor più gravi e non solo dal punto di vista dell’immagine.
Al fine di chiarire l’accaduto chiederò alla TEATESERVIZI di dare un nome e un cognome ai bersagli della stampa per mostrare ai cittadini che è nostro interesse che tutti compiano il proprio dovere e versino quanto dovuto sulla base dei dati forniti da un servizio efficiente».