Rocca di Mezzo. Non sono buone notizie quelle che arrivano dall’Altopiano delle Rocche, in termini di sanità. Con una nota inviata al dirigente della Asl 1, Ferdinando Romano, il presidente del Comitato della Croce Rossa dell’Aquila, Marco Antonucci, ha manifestato l’intenzione di non proseguire il servizio di copertura “alle condizioni attuali”.
Il presidio sanitario, indispensabile per la popolazione dell’area interna montana, oltre che per le migliaia di turisti che arrivano nei periodi di vacanza estiva e invernale, rischia così di chiudere.
Il presidio della Croce Rossa nella struttura sanitaria di Rocca di Mezzo dura da decenni. Solo a ottobre del 2017 è arrivata una convenzione con la Asl che all’epoca riusciva a garantire una copertura delle spese. Ora, però, risulta inadeguata ai costi sostenuti.
Da oltre tre anni si va avanti con proroghe ma di fatto “i prezzi” non sono stati aggiornati. La Croce Rossa sostiene il costo di un infermiere, un autista e un volontario soccorritore, oltre alle spese dell’ambulanza “INDIA”.
Senza la Croce Rossa, chiaramente, ora il presidio è a rischio. Al momento il servizio sanitario è attivo h12 e cioè dalle otto del mattino alle 20. Le ore notturne, qualora ci sia un’emergenza, sono coperte da operatori che si muovono “volontariamente”.
“Il presidio Croce Rossa a Rocca di Mezzo copre l’entroterra”, commenta il presidente del Comitato L’Aquila CRI Antonucci, “chiuderlo vuol dire abbandonare un territorio. È un’unità territoriale in supporto della popolazione che risulta fondamentale”.
Al momento operano sull’area anche la Croce Verde e l’Anfass di Montereale ma ancora non è ben chiaro cosa accadrà. Anche perché almeno al momento sembrerebbe che nessuno si sia fatto sentire dalla Asl. La nota della Croce Rossa porta la data del 19 dicembre. Immaginando lo scenario che si prospetterà a chiusura della convenzione, in scadenza il prossimo 31 dicembre, verrebbe da pensare che con l’apertura degli impianti di Campo Felice, nel Comune di Rocca di Cambio e del Magnola, a Ovindoli, saranno garantite delle unità operative sulle piste. Ma basteranno a gestire le emergenze sanitarie? Quanti elicotteri dovrebbero alzarsi per sopperire alla mancanza di un presidio sanitario territoriale?
In questi mesi, grazie al suggestivo film del regista Riccardo Milani, girato sulle montagne abruzzesi, abbiamo imparato a dire “La montagna lo fa”. Bene, auspichiamo che stavolta la montagna non lo farà e che qualcuno intervenga urgentemente prima della paventata e sciagurata chiusura di un presidio necessario e indispensabile per la sanità pubblica.