L’Aquila. La CGIL della Provincia dell’Aquila, insieme alle categorie territoriali FILCAMS CGIL, FILCTEM CGIL, FILLEA CGIL, FILT CGIL, FIOM CGIL, FISAC CGIL, FLAI CGIL, FLC CGIL, FP CGIL, NIDIL CGIL, SLC CGIL, ha convocato, per lunedì 9 maggio 2022 alle ore 16, presso l’Auditorium CGIL in via Saragat all’Aquila, un’assemblea aperta sul tema del ripristino della clausola sociale nei bandi di gara inerenti affidamenti pubblici.
“Il testo della legge delega sugli appalti, approvato qualche settimana fa in Senato, conferisce al Governo la delega a rivisitare il Codice dei contratti pubblici. L’attuale formulazione dell’articolo 50 del D.lgs. 50/2016 prevede che per gli affidamenti dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale, con particolare riguardo a quelli relativi a contratti ad alta intensità di manodopera, i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti inseriscono specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato. Il testo della legge delega approvato dal Senato, al contrario, prevede la facoltà per le stazioni appaltanti di inserire, nei bandi di gara, avvisi e inviti, tenuto conto della tipologia di intervento, specifiche clausole sociali con le quali possono essere indicati, come requisiti necessari o premiali dell’offerta, criteri orientati tra l’altro a promuovere la stabilità occupazionale e garantire l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” così, in una nota, la CGIL della Provincia dell’Aquila.
“È chiaro, dalla lettura del testo, che dall’obbligo di inserimento della clausola di salvaguardia occupazionale in bandi di gara, avvisi o inviti concernenti affidamenti pubblici, si passa a una mera facoltà da parte delle stazioni appaltanti, riducendo la stabilità occupazionale del personale a un requisito premiale dell’offerta. È evidente come l’attuale formulazione della legge delega sia inaccettabile e pericolosa, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro anche sul territorio della provincia aquilana. In una fase storica in cui è necessario garantire stabilità e qualità occupazionale, la scelta del legislatore è quella di incentivare ancor di più la precarietà di lavoratrici e lavoratori occupati in comparti spesso essenziali, pensiamo solo ad ospedali, strutture socio-sanitarie, assistenza domiciliare, cura alla persona, scuole, ministeri e uffici pubblici. Anche l’applicazione, da parte dell’appaltatore, dei contratti collettivi stipulati dalle Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale viene relegata a requisito premiale. Il rischio reale è che ogni cambio di appalto si trasformi, per lavoratrici e lavoratori, oltre che in perdita di posti di lavoro, anche in perdita di reddito e di diritti mediante l’applicazione di contratti difformi da quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative e peggiorativi delle condizioni di lavoro. Peraltro, una tale riforma del Codice dei contratti pubblici, comprometterebbe anche quanto stipulato a livello territoriale in materia di tutela del lavoro negli appalti pubblici e, nello specifico, di contrasto alla concorrenza sleale e al dumping sociale ed economico, di prevenzione di irregolarità e di rispetto di adeguate condizioni di lavoro e tutele” prosegue CGIL L’Aquila.
“La CGIL della Provincia dell’Aquila, pertanto, chiede che il testo della legge delega, nel prosieguo dell’iter parlamentare, venga modificato e che la Camera dei Deputati ˗ all’assemblea parteciperà l’On. Stefania Pezzopane, firmataria di un emendamento parlamentare finalizzato al mantenimento della clausola di salvaguardia occupazionale ˗ operi le necessarie modifiche e ripristini l’obbligo dell’inserimento della clausola sociale nei bandi di gara sugli affidamenti pubblici” conclude CGIL L’Aquila.