L’Aquila. “La Procura di Pescara ha fatto la pesca a strascico in questa vicenda di Rigopiano”. Parole pesanti quelle di Arturo Messere, avvocato dell’ex capo di gabinetto della Prefettura di Pescara Leonardo Bianco, tra gli imputati assolti in primo grado nel processo per la tragedia dell’hotel Rigopiano e per il quale i magistrati pescaresi hanno presentato ricorso in Appello.
Oggi a L’Aquila nuova udienza caratterizzata dagli interventi degli avvocati, oltre che di Bianco, del tecnico Tino Chiappino e del funzionario del Comune di Farindola (Pescara) Enrico Colangeli. Sulla posizione dell’ex capo di gabinetto della Prefettura l’avvocato Messere ha posto innanzitutto un’obiezione di carattere formale: “Non si può esercitare per due volte un’azione penale come ha fatto la Procura di Pescara che su questa tragedia ha coinvolto tutti e tutti senza distinzione e per questa ragione ho chiesto il rigetto del ricorso. In secondo luogo – ha proseguito Messere – Bianco era un semplice capo di gabinetto e non Prefetto Vicario, come è stato insinuato dalla pubblica accusa, e non aveva alcuna competenza in ambito di Protezione Civile. Quanto alle due missive inviate al Ministero dalla Prefettura poi – ha concluso – non è stato lui a inviarle”.