L’Aquila. Simboli e luoghi simbolo tornano alla mente, in uno stillicidio di informazioni che si rincorrono, si mescolano, generando speranza e angoscia, dolore e rabbia, in questi drammatici giorni dove tutto sembra distruzione e morte. L’hotel Rigopiano, primo fra tutti, col dramma infinito delle persone sotto le macerie della valanga. E poi, Montereale, piccolo paese delle aspre montagne abruzzesi, epicentro del sisma che ha terrorizzato la gente con le sue quattro forti scosse. È un luogo fantasma Montereale, con tantissima neve caduta che ha bloccato le persone in casa. Impossible fuggire dal terremoto. Una situazione quasi irreale. Non solo, tornano alla mente, e alla cronaca quotidiana, gli angeli, gli eroi, i nostri campioni, così li abbiamo chiamati gli uomini impegnati nei soccorsi. Primissimi ad arrivare alle pendici del Gran Sasso, con gli sci ai piedi e la tempesta in atto. Vigili del fuoco, carabinieri, guardia di finanza, protezione civile, ma anche medici, infermieri, e tanti tantissimi volontari che scavano; scavano con le pale e mani nude, dove i mezzi meccanici non riescono ad arrivare. Cercano segnali di vita. Rincorrono la speranza, lottano per gli altri e per se stessi, in una corsa contro il tempo che non si arresta. Sono uomini addestrati a lavorare in condizioni estreme, sono professionisti delle situazioni di pericolo. Ma stavolta forse è troppo anche per loro. Lottano da giorni ormai contro la furia della natura che sembra davvero non voler dare tregua. Simboli, che sono accadimenti, che consegnano alla storia una tristissima pagina dei fatti della regione Abruzzo. E poi ci sono loro, i migliori amici dell’uomo, tanti cani che attivamente hanno partecipato alle operazioni di soccorso, salvando vite umane come solo loro sanno e possono fare. Forse si, si può indicare lui, come simbolo di questo momento, in Abruzzo, un momento in cui l’alternarsi di sentimenti di gioia e di dolore devono far pensare che comunque, arriverà un domani migliore. Lui: il pastore abruzzese. Un cane forte e discreto, affettuoso quanto basta, ma altrettanto diffidente. È un gran lavoratore il pastore abruzzese. “Di lui ti puoi fidare: sia che tu gli abbia affidato un gregge di pecore, sia che tu lo abbia messo a difesa della tua casa e dei tuoi familiari, il pastore abruzzese semplicemente c’è. E se c’è lui, puoi stare tranquillo. Un cane da fatica, che sopporta le intemperie senza lamentarsi, che si rialza sempre, che non si arrende mai. Potevi nascere solo sulle nostre montagne, caro gigante buono e bianco”. Così si legge in uno dei tantissimi post apparso sui social per ringraziare del lavoro svolto dai nostri cani. Insieme a questi, tornano alla mente, Lupo e Nuvola, salvi a Rigopiano, i cani del proprietario dell’hotel. E poi ci sono loro, le vittime, 5 accertate, i sopravvissuti, 11 al momento, e i dispersi, 23, per i quali si spera ancora, senza mollare, mai. @GianlucaRubeo