Farindola. L’amministrazione del comune di Farindola “impone un divieto di bivacco nella zona circostante i resti dell’hotel Rigopiano. Noi del ‘Comitato vittime di Rigopiano’ siamo letteralmente allibiti da una tale decisione solo alla fine della stagione estiva”. Così in una nota il Comitato vittime di Rigopiano, l’hotel travolto da una valanga il 18 gennaio scorso in cui sono morte 29 persone. “Perché il sindaco non si è mosso prima? Probabilmente se avesse emesso prima quel decreto avrebbe impedito a migliaia di turisti di passare per Farindola, ponendo ancora una volta la sfrenata voglia di fare economia al primo posto rispetto al nostro dolore”, scrive il Comitato. “Fin dal giorno della riapertura della strada – prosegue la nota – abbiamo contestato, anche in un incontro con i procuratori, il fatto che quella decisione avrebbe trasformato le macerie dell’hotel in un museo del macabro a cielo aperto con migliaia di turisti che ogni giorno si recano sul posto per curiosare, scattare fotografie e quindi bivaccare, trasformando il nostro dolore in un’attrazione turistica”.
“Inoltre la stessa mano che ha firmato questo decreto – dice il Comitato vittime di Rigopiano – ha firmato anche la concessione del chiosco al di sotto dell’albergo. Sono due ordinanze completamente in contrasto fra loro, con un punto ristoro nelle vicinanze è impossibile non bivaccare. Le nostre perplessità sono rivolte anche a tutti coloro che, mentre nella settimana della tragedia hanno pianto davanti alla tv per la morte dei nostri cari, in questi giorni hanno portato i propri figli a ridere e giocare là dove tutto è
accaduto”. “Non serviva un’ordinanza per capire che a Rigopiano ci si può andare, ma solo per pregare per i nostri cari, portando a quel luogo, per noi sacro, il dovuto rispetto. Questo per noi – conclude il Comitato – è inaccettabile e ci chiediamo se il sindaco di Farindola sia ancora in grado di amministrare la cosa pubblica”.