L’Aquila. “Siamo veramente stupiti della polemica alzata dal Rettore”, affermano Gianni Padovani ed Enrico Verini, “sull’interrogazione firmata da cinque consiglieri comunali, che riguarda la mancata ricostruzione dell’ex San Salvatore e, più in generale, il mancato recupero della maggior parte degli immobili Univaq.”
“Come ribadito anche dalla nota di ieri del ‘Passo Possibile’, l’interrogazione non è polemica, ma vuole soltanto fare chiarezza sulla situazione”, precisano i consiglieri, “ed è un invito al Sindaco ad assumere un ruolo attivo su una questione strategica per il futuro della città.”
“Va ricordato”, proseguono Padovani e Verini, “che i consiglieri comunali eletti, in quanto componenti della massima assise democratica cittadina, hanno il diritto – e il dovere – costituzionalmente garantito di richiedere ogni informazione utile all’espletamento del proprio mandato, che per definizione è libero di spaziare su ogni tema d’interesse generale.”
“In democrazia funziona così”, sottolineano, “e ogni volta ci stupisce quando qualcuno contesta questi principi fondamentali, specie se si tratta di esponenti del mondo accademico, che dovrebbero esserne i primi custodi e interpreti.”
“Abbiamo trovato i toni utilizzati dal Rettore, nel rispondere alla nostra interrogazione, francamente mortificanti”, aggiungono, “non tanto per noi, abituati alle asprezze della dialettica politica, quanto piuttosto per l’istituzione che rappresenta. Rimpiangiamo figure come Schippa, Bignardi e altri: personalità autorevoli, capaci di rispondere con classe, anche nel dissenso.”
“Ci sembra indicativo che solo dopo la nostra iniziativa Univaq abbia cominciato a chiarire le ragioni dello stop al cantiere del San Salvatore”, osservano, “anche se le spiegazioni fornite ci sono parse fragili dal punto di vista tecnico.”
“E veniamo al punto”, incalzano Padovani e Verini. “A sedici anni dal sisma, è evidente che la capacità dell’Università di portare avanti la ricostruzione è rimasta molto al di sotto delle aspettative. Il cantiere dell’ex San Salvatore è fermo esattamente come il giorno dopo il terremoto.”
“Nell’interrogazione abbiamo ricordato, come già segnalato anche dal ‘Passo Possibile’, che il Comune avrebbe dovuto attivarsi da tempo per affiancare Univaq, in difficoltà nella ricostruzione di immobili nevralgici nel centro storico: San Salvatore, via Verdi, via Roma, via Cascina… dove regna ancora il nulla.”
“Alesse ha presentato solo ora, a ridosso delle elezioni del nuovo Rettore, un aggiornamento del piano di ricostruzione”, evidenziano, “ma non vogliamo essere maliziosi: ben venga che lo abbia fatto, purché sia l’inizio di un cambio di passo reale.”
“La programmazione triennale trasmessa al CIPESS riguarda il periodo 2025-2027”, continuano, “ma se tutto andasse per il meglio – cosa tutt’altro che scontata – la ricostruzione potrebbe concludersi tra dieci anni. Il che significa oltre un quarto di secolo dopo il sisma. Un’intera generazione cresciuta dopo il terremoto rischia di laurearsi senza aver mai studiato in strutture adeguate in città. Forse lo faranno i loro figli.”
“Apprendiamo che l’Università non ha rimandato indietro i fondi”, dichiarano, “ma si è semplicemente limitata a non utilizzarli. Dopo l’assegnazione di 4 milioni per la progettazione, avrebbe dovuto chiedere al CIPESS gli ulteriori stanziamenti per avviare i primi lotti esecutivi. Lo ha fatto? O si pensa che i finanziamenti piovano spontaneamente da Roma?”
“A gennaio, durante un convegno con Università e Provveditorato, si annunciavano bandi imminenti per i lavori all’ex ospedale San Salvatore”, ricordano. “Ma davvero nessuno ha ritenuto di chiedere prima le risorse necessarie, già disponibili dal 2017? È un’ingenuità difficile da accettare.”
“I ritardi nella ricostruzione universitaria sono inaccettabili”, insistono Padovani e Verini, “e la nostra interrogazione, strumento pienamente legittimo, vuole stimolare l’intervento del Comune. Perché se la governance Univaq ha incontrato difficoltà nel portare avanti le opere, è giusto che l’amministrazione civica se ne faccia carico. L’università è un bene collettivo, e va sostenuta.”
“Agli aquilani, come a noi consiglieri”, concludono, “interessa che Univaq possa contare su sedi adeguate, moderne, accoglienti. È il cuore culturale della città. Invece, a settembre, 800 studenti di Economia e i loro docenti saranno ancora costretti a fare lezione in spazi provvisori, come quello di San Basilio, senza parcheggi e senza servizi. Lo avevamo già segnalato mesi fa. Su questo, però, il Rettore non ha risposto.”
“Precisiamo infine che non intendiamo in alcun modo entrare nel dibattito interno all’Ateneo”, tengono a chiarire. “Auguriamo a tutti i candidati il meglio, sperando davvero che il nuovo corso sappia imprimere una svolta concreta alla politica della ricostruzione urbana, perché nei sei anni appena trascorsi, poco o nulla è cambiato.”
“Non è polemica: è la realtà dei fatti.”
“E al nuovo Rettore, chiunque sarà, rivolgiamo da subito i nostri migliori auguri di buon lavoro, offrendo massima disponibilità al dialogo costruttivo: perché le cose che vanno fatte, si facciano”, concludono.