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Ricostruzione post-sisma L’Aquila: in 26 rischiano il processo, presunti casi di corruzione tra Mibact e Soprintendenza

Redazione Centrale di Redazione Centrale
24 Maggio 2018
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L’Aquila. Prima l’imprenditore di Altamura, (Bari) Vito Giuseppe Giustino, impegnato gia’ nei lavori di ristrutturazione del Teatro comunale, che rideva, pensando agli affari dopo i tragici accadimenti legati al terremoto in Centro Italia del 2016, poi le indagini dei carabinieri dell’Aquila che dopo poco hanno portato a galla presunti casi di corruzione all’interno del Mibact e Soprintendenza, per favorire appalti sugli immobili di pregio vincolati ad amici, in cambio non solo di soldi ma di consulenze e affidamenti a loro familiari. Fa un passo in avanti l’inchiesta “L’importante e’ partecipare” del pm Simonetta Ciccarelli su dieci cantieri sparsi nella provincia dell’Aquila. Tra questi le mura urbiche, Porta Branconia, la torre medicea nel Comune di Santo Stefano di Sessanio, (L’Aquila) la chiesa di San Sisto all’Aquila e appunto il Teatro. Degli iniziali 35 indagati, 9 le posizioni di coloro che non figurano nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari e dunque usciti dalla vicenda giudiziaria. A rischiare il processo a vario titolo con le accuse di corruzione, falso, abuso d’ufficio, soppressione ed occultamento di atti vari, 26 persone.

Tra queste figurano oltre allo stesso imprenditore Giustino, 10 pubblici ufficiali, dipendenti del segretariato regionale per l’Abruzzo del Mibact e della Soprintendenza che hanno partecipato alle fasi di affidamento delle gare, arrivando taluni anche a redigere ex post nuovi progetti, retrodatandoli e sostituendoli nella documentazione gia’ depositata. Si tratta di Lionello Piccinini, Giorgio Aldo Pezzi, Berardino Di Vincenzo, Franco De Vitis, Claudio Finarelli, Giuseppe Liberati, Marcello Marchetti, Giuseppe Rossi, Gianfranco D’Alo’ ed infine Berardino Olivieri. Per i soli Di Vincenzo, Pezzi, Finarelli, Rossi, Piccinini il pm ha contestato anche la turbativa d’asta. Le fatiche degli investigativi hanno riguardato soprattutto il Teatro comunale. I dirigenti Berardino Di Vincenzo e Lionello Piccinini sono indagati con gli imprenditori Vito Giuseppe Giustino e Leonardo Santoro, che gia’ avevano dei lavori per i restauri, per l’affidamento, senza gara, di nuovi interventi complementari per la somma di 970 mila euro. Il pm contesta il falso a Piccinini, Marcello Marchetti e Alessandra Del Cane, rispettivamente direttore dei lavori e vice, e agli imprenditori Leonardo Santoro, Vito Giuseppe Giustino, ai tecnici Michele Fuzio, Domenico Pazienza e Michele Buzzerio, di aver fatto redigere una perizia di adeguamento dei lavori non necessaria, ed ancora a Fuzio e Pazienza l’incompatibilita’.

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