AbruzzoLive
No Result
View All Result
INVIA ARTICOLO
AbruzzoLive
No Result
View All Result
AbruzzoLive
No Result
View All Result

Ricostruzione post-sisma, arriva la prima condanna contro le infiltrazioni camorristiche

Fratelli Di TeIla Cipriano e Di Tella Domenico condannati alla pena di sette anni e quattro mesi di reclusione e 18.000 euro di multa

Luna Zuliani di Luna Zuliani
21 Dicembre 2022
A A
135
condivisioni
1k
letture
FacebookWhatsapp

L’Aquila. Oggi il Tribunale dell’Aquila ha condannato i fratelli Di TeIla Cipriano e Di Tella Domenico alla pena di sette anni e quattro mesi di reclusione 18.000 euro di multa, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed altre pene accessorie.

Il padre dei due imputati condannati, accusato degli stessi reati, è morto nel corso del processo.

Ricostruzione post sisma, approvata la legge che impegna il Governo a semplificare e velocizzare

Ricostruzione e edilizia scolastica L’Aquila: piano da 30 mln in prossima seduta Cipess

8 Febbraio 2023
I Millennials cercano casa: quali fattori considerare

Opposizione all’Aquila: “Un confronto su patrimonio abitativo comunale e politiche della casa”

2 Febbraio 2023

L’inchiesta culminata nella condanna odierna risale alle prime fasi della ricostruzione post – sisma, giugno 2014, quando le indagini portarono alla luce un consolidato “sistema” di sfruttamento di operai per lo più casertani, segnatamente provenienti da Casapesenna, il paese del capo clan Michele Zagaria.

Gli operai campani, reclutati nei paesi ad alta intensità camorristica del nord napoletano tra le persone in maggiore stato di bisogno, venivano condotti al lavoro nei cantieri della ricostruzione aquilana, ove operavano formalmente sia ditte degli stessi Di Tella che ditte aquilane. In tutti questi cantieri vigeva un singolare regime di sfruttamento e soggezione a danno dei lavoratori, ai quali veniva accreditata la regolare retribuzione risultante dalla busta paga e conforme ai contratti collettivi. Tuttavia, subito dopo il pagamento, gli operai erano costretti, con la minaccia del licenziamento, a restituire gran parte dell’importo ai Di Tella, con consegne di denaro in contanti a volte ottenute anche accompagnando l’operaio presso lo sportello del bancomat per garantirsi la restituzione della somma subito dopo l’accreditamento.

Il quadro di sfruttamento, che realizzava un caso esemplare di infiltrazione della malavita organizzata nella ricostruzione aquilana e un principio di grave inquinamento dell’economia della città, è stato riassunto dalla Procura Distrettuale dell’Aquila con diciotto imputazioni di estorsione  per le quali è intervenuta  condanna, mentre il  Tribunale  ha pronunciato

l’assoluzione per due imputazioni minori.

La sentenza odierna – benché rappresenti solo il primo passo di un iter giudiziario che prevede altri due gradi di giudizio – è un importante risultato a conforto del lavoro del GICO della Guardia di Finanza e della Procura Distrettuale dell’Aquila.

Precedentemente, le ditte aquilane che si erano valse dello stesso meccanismo di sfruttamento organizzato dai Di Tella sono uscite dal processo con vari patteggiamenti.

Tags: ricostruzione l'aquila
Share54Send
  • Credits
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • topscelte.it

© 2025 Live Communication

No Result
View All Result
  • AbruzzoLive, news e diretta Live dall Abruzzo
  • Acquistare Viagra Generico senza ricetta in farmacia online
  • Autori
    • Franco Santini
  • Contatti
  • Cookie Policy (UE)
  • Credits
  • Dichiarazione sulla Privacy (UE)
  • Footer Articolo
  • Guida vini 2020
  • Guida vini 2020-tp
  • Home Page
  • Lavora con noi, offerte di lavoro
  • Listino Elettorale 2024
  • Notizie del giorno
  • Podcast
  • Privacy Policy
  • Pubblicità
  • Territorio

© 2025 Live Communication